
La guerra in Ucraina continua senza tregua e, a quasi tre anni dall’inizio del conflitto, la prospettiva di un cessate il fuoco appare sempre più lontana. Il mancato vertice di Budapest tra Donald Trump e Vladimir Putin, che avrebbe potuto rappresentare un’occasione di dialogo, sembra ormai sfumato definitivamente, lasciando sul campo un clima di incertezza e un conflitto che non accenna a spegnersi. In questo contesto, l’opinione pubblica italiana mostra segni di stanchezza e di crescente disillusione, come emerge da un sondaggio condotto da Only Numbers e riportato da La Stampa, che fotografa un Paese diviso ma incline a privilegiare la pace, anche a costo di dolorose rinunce.
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Gli italiani e la proposta di Trump: una pace a caro prezzo
Secondo i dati del sondaggio, il 41,9% degli italiani ritiene che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky avrebbe dovuto accettare l’accordo proposto da Trump, ossia la rinuncia al Donbass in cambio della fine delle ostilità. Per la maggioranza di questi intervistati, pari al 91,8%, si tratterebbe di un sacrificio necessario per fermare una guerra percepita come senza via d’uscita, un conflitto logorante che sta costando caro non solo all’Ucraina ma anche all’Europa intera.
La percezione, dunque, è quella di una stanchezza diffusa: molti italiani considerano la pace una priorità assoluta, anche a costo di accettare compromessi territoriali. L’idea di una cessione parziale di territori viene letta come un male minore, un gesto pragmatico per evitare ulteriori vittime e distruzioni in un conflitto che continua a produrre solo dolore e instabilità.

I contrari: “Inaccettabile cedere alla forza”
Sul fronte opposto, il 36,2% degli intervistati si è detto contrario a qualsiasi accordo che implichi la cessione di territori conquistati con la forza. Secondo questa parte del campione, accettare una proposta del genere significherebbe legittimare la strategia di Mosca e indebolire il diritto internazionale. Non manca, inoltre, chi sospetta che la proposta di Trump nasconda una trattativa diretta con Putin, in grado di escludere la vera parte lesa, ovvero l’Ucraina.
Tra i contrari, il 59,9% ritiene che un simile compromesso potrebbe inserirsi in un più ampio piano di espansione russa, volto a riconquistare territori dell’ex Unione Sovietica. Una visione, questa, che con il passare dei mesi sembra trovare conferme nella strategia militare e diplomatica del Cremlino, impegnato su più fronti per riaffermare la propria influenza nell’area post-sovietica.
Trump tra autoritarismo e diffidenza
Il sondaggio analizza anche la percezione del ruolo di Donald Trump nello scenario internazionale. Il 63,2% degli italiani lo considera un leader autoritario, capace di decisioni drastiche ma poco inclini al dialogo. Solo una minoranza, pari al 21,4%, tende a giustificare il suo atteggiamento definendolo una semplice espressione del suo “stile politico”, pur mantenendo un atteggiamento critico e diffidente nei suoi confronti.

Un ulteriore 15,4% del campione non si è espresso nel merito, segno che la figura dell’ex presidente americano continua a dividere anche a distanza di anni, incarnando un modo di fare politica che polarizza, spacca e al tempo stesso catalizza l’attenzione dei cittadini.
Una guerra che divide anche fuori dal campo di battaglia
Dai dati emerge un quadro complesso, dove la fatica della guerra si riflette in un’opinione pubblica sempre più frammentata. Da una parte chi chiede la fine immediata delle ostilità, dall’altra chi teme che ogni concessione possa aprire la strada a nuovi conflitti. La crisi ucraina resta dunque un tema fortemente divisivo, capace di mettere in discussione non solo la geopolitica, ma anche la percezione stessa di sicurezza e giustizia.
Il fallimento del vertice di Budapest e il perdurare dei combattimenti alimentano l’impressione di un conflitto senza sbocchi. Nel frattempo, cresce la convinzione che solo un intervento internazionale condiviso possa riportare la pace, ma con la consapevolezza che ogni decisione — anche la più pragmatica — comporterà costi morali e politici difficili da accettare.


