
Il primo ministro ungherese Viktor Orban è stato protagonista a Roma con dichiarazioni nette sul ruolo dell’Unione europea nel conflitto in Ucraina e sulle sanzioni energetiche. Il leader di Budapest ha detto che «abbiamo appaltato agli americani e ai russi la possibilità di risolvere questa guerra» e ha definito l’Europa «totalmente fuori dai giochi», segnando una frattura netta con la linea di molti partner europei. Il colloquio è avvenuto in una giornata fitta di impegni che lo ha visto prima in Vaticano per un incontro con il Papa, quindi a Palazzo Chigi dove è stato ricevuto dalla premier Giorgia Meloni, e infine annunciare un viaggio a Washington per discutere delle sanzioni sul petrolio russo.
Orban non si è limitato a critiche verbali ma ha tracciato un piano di azione: il premier ungherese ha infatti annunciato che volerà negli Stati Uniti «per perorare la causa del no alle sanzioni sul petrolio russo» e intende discutere con l’amministrazione statunitense le conseguenze delle misure recentemente imposte a società energetiche russe. Le esternazioni di Orban si inseriscono in un contesto di crescenti tensioni diplomatiche dopo l’imposizione di sanzioni a società come Rosneft e Lukoil, e in un quadro in cui l’Ungheria cerca soluzioni per tutelare le proprie forniture energetiche.
L’incontro istituzionale e il bilancio politico

La visita ha avuto anche un profilo istituzionale importante, con il faccia a faccia a Palazzo Chigi che, secondo la nota ufficiale, ha toccato temi che vanno dall’Ucraina al Medio Oriente, passando per immigrazione, difesa e cooperazione industriale. Orban ha però usato i contatti ufficiali come palcoscenico per ribadire la sua posizione critica verso Bruxelles e per preannunciare iniziative volte a proteggere l’approvvigionamento energetico dell’Ungheria. Nonostante i toni, l’incontro con la premier italiana si è svolto senza dichiarazioni congiunte alla stampa, mentre i contenuti politici restano oggetto di dialogo bilaterale.
Orban ha inoltre dichiarato pubblicamente che Budapest sta cercando modi pratici per attenuare l’impatto delle sanzioni statunitensi sul petrolio russo, senza però dettagliare step concreti. Le ripetute affermazioni del premier su una presunta marginalizzazione europea sono state riprese dai media nazionali e internazionali, che segnalano come la posizione ungherese sia ormai da tempo divergente rispetto alla maggioranza dei paesi dell’Ue sul tema energetico e sul sostegno a Kiev. Il piano di Orban di rivolgersi direttamente a Washington e la sua disponibilità a esplorare soluzioni alternative riflettono la priorità che Budapest attribuisce alla sicurezza energetica nazionale.
La visita di Viktor Orban a Roma e le sue dichiarazioni promettono quindi di avere riverberi sia sul piano europeo sia su quello atlantico, mentre si attendono sviluppi dal viaggio annunciato negli Stati Uniti e dalle reazioni degli altri partner europei. Le prossime settimane saranno decisive per capire se le aperture diplomatiche annunciate si tradurranno in accordi concreti o in nuove tensioni tra Budapest e Bruxelles.


