
Si è spento a 92 anni il generale Franco Angioni, figura simbolo delle missioni internazionali italiane e comandante del contingente nazionale della Forza Multinazionale in Libano tra il 1982 e il 1984. All’epoca col grado di colonnello, guidò quella che fu la prima grande operazione militare italiana all’estero dopo la Seconda guerra mondiale, trasformando la presenza delle nostre truppe in un modello di equilibrio, umanità e rigore operativo.
La notizia della sua scomparsa è stata resa nota dall’ex ministro Valdo Spini, che ha ricordato il generale come «un grande militare e una persona di umanità eccezionale». Spini ha sottolineato come Angioni avesse saputo costruire un dialogo solido tra Forze Armate e istituzioni, tanto da essere poi candidato come indipendente nelle liste dei Democratici di Sinistra e diventare parlamentare nel 2001.
Indimenticabile la celebre immagine che lo ritrae accanto al presidente Sandro Pertini in visita al contingente italiano in Libano: uno scatto che è diventato nel tempo simbolo di un Paese impegnato nella pace e non solo nella difesa.
Profondo cordoglio arriva anche dal ministro della Difesa Guido Crosetto, che lo ha definito una figura «carismatica, dallo stile di comando inconfondibile», capace di rendere l’Italia «un modello di efficacia e umanità riconosciuto a livello internazionale».
Angioni, conclude Crosetto, lascia «un esempio che continuerà a ispirare le generazioni future».


