
Martedì 28 ottobre torna in prima serata su Rai 2 Belve, il talk di Francesca Fagnani che riparte con una puntata destinata a far parlare. Tra le ospiti più attese c’è Belen Rodriguez, che nello studio della giornalista si è lasciata andare a un racconto senza filtri, tra carriera, amori, fragilità e rinascite.
«Avrei meritato qualcosa in più», dice Belen parlando del suo percorso televisivo. «Se non ti danno la possibilità di esprimerti, è doloroso. Perché sai che, quando finisce la bellezza, rischia di finire anche il lavoro». Un ragionamento che tocca uno dei temi più ricorrenti nella sua storia pubblica: l’essere guardata prima che ascoltata.
Poi il capitolo vita privata. Rodriguez non ha evitato le domande più scomode, nemmeno quelle sulla sua sessualità: «Ho avuto esperienze con donne… ma mi piace il manzo», dice con il suo tono diretto, che fa sorridere lo studio. Sulla famosa frase pronunciata mesi fa – «sono casta» – Belen corregge: «Abbiamo aggiornato il calendario sexy: l’ultima volta è stata ad agosto».
Amori e tempeste non sono mancati. In particolare, la showgirl ammette un lato che sorprende: «Sono aggressiva, manesca. Quando mi parte la sudamericana… i miei fidanzati li ho menati tutti. De Martino è quello che ne ha prese di più». Racconta ridendo, ma precisa: «Mai fatto male davvero… in Argentina le cose si risolvono così».
A sorpresa, però, quando si parla di sentimento profondo, il nome che emerge non è quello più recente: «Il mio amore più grande è stato Marco Borriello. Ci siamo amati allo stesso modo».
Sulla fine del matrimonio con Stefano De Martino, la riflessione è più amara: «Se non c’è stima, un amore diventa tossico. Va avanti anni, ma ti distrugge. Io la stima l’ho persa. Non c’è rabbia, ma non si torna indietro».
Infine, la parte più intima del racconto: il periodo buio. «Non mi sono alzata dal letto per due mesi, non aprivo le finestre. Sono finita in una clinica per curarmi». La dipendenza che l’ha messa in ginocchio non è arrivata dalle sostanze ricreative, ma da quelle mediche: «Ho provato la cocaina, ma non era quella il problema. Il mio inferno erano le benzodiazepine. Disintossicarsi è come farlo dall’eroina».
Una confessione senza rete, che mostra la parte che raramente si vede: quella della donna che cade, riconosce la ferita, e decide di rialzarsi.


