Vai al contenuto

Filippo Turetta, il processo d’appello si farà lo stesso: la Procura chiede aggravanti di crudeltà e stalking

Pubblicato: 28/10/2025 10:55
Filippo Turetta decisione guai

Nonostante la rinuncia di Filippo Turetta a ricorrere in secondo grado, il processo d’appello per il femminicidio di Giulia Cecchettin si farà. La Procura generale di Venezia ha infatti deciso di esercitare autonomamente il diritto di ricorrere contro la sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Assise nel dicembre scorso.
Leggi anche: Filippo Turetta, ecco quando potrà lasciare il carcere

A confermarlo è stato Stefano Ancilotto, procuratore facente funzione della città lagunare, che ha sottolineato come la decisione fosse attesa e mirata a rafforzare il quadro accusatorio contro Turetta. La scelta della Procura, spiegano fonti vicine all’inchiesta, nasce dal desiderio di ottenere il riconoscimento delle aggravanti della crudeltà e dello stalking, escluse in primo grado, ma considerate determinanti per il valore simbolico e giuridico della vicenda.

Le motivazioni dell’appello

Le aggravanti richieste si basano su elementi già emersi durante il primo processo. I pm sottolineano in particolare le 76 coltellate inferte a Giulia Cecchettin, commesse in tre luoghi differenti e distribuite nell’arco di diversi minuti. Le indagini hanno ricostruito anche il comportamento del giovane nelle settimane precedenti al delitto, definito come ossessivo e finalizzato al controllo della vittima.

Per la Procura e per i legali della famiglia di Giulia, l’inserimento di queste aggravanti rappresenta non solo un riconoscimento formale della gravità del reato, ma anche un messaggio chiaro contro la violenza di genere. Sebbene la pena già inflitta, l’ergastolo, sia la massima prevista dal nostro ordinamento, il riconoscimento delle aggravanti avrebbe un valore simbolico e potrebbe incidere su eventuali benefici futuri per l’imputato.

L’udienza fissata e la rinuncia di Turetta

L’udienza d’appello potrebbe quindi svolgersi regolarmente il prossimo 14 novembre davanti alla Corte d’Assise d’Appello, nonostante la lettera inviata da Turetta nei giorni scorsi in cui annunciava la rinuncia all’appello. Nella missiva, il 22enne dichiarava di voler “assumersi la piena responsabilità” e di pentirsi “ogni giorno dal profondo del cuore”.

Questa scelta aveva inizialmente sorpreso i legali della famiglia di Giulia, aprendo scenari incerti sul futuro del processo. Ora, però, il dibattimento si concentrerà principalmente su questioni tecnico-legali legate alle aggravanti richieste dai pm, mentre Turetta ha già chiarito di non voler modificare alcuna delle sue precedenti dichiarazioni.

Il valore simbolico e legale delle aggravanti

Per l’accusa, ottenere il riconoscimento delle aggravanti di crudeltà e stalking ha un duplice significato: da un lato, rappresenta la giusta valorizzazione della gravità del gesto compiuto da Turetta; dall’altro, costituisce un segnale per la società sul contrasto alla violenza di genere.

I legali della famiglia di Giulia Cecchettin hanno sempre sostenuto che queste aggravanti non solo rafforzerebbero la posizione dell’accusa, ma conferirebbero anche un riconoscimento formale alla sofferenza e al trauma subito dai familiari della giovane vittima. In primo grado, la loro esclusione aveva generato rammarico sia nell’accusa che nelle parti civili, che avevano considerato la scelta dei giudici una lacuna rispetto alla gravità del delitto.

Un processo atteso e simbolico

Il nuovo procedimento d’appello conferma la volontà della Procura di Venezia di vigilare sulla corretta applicazione della legge anche quando l’imputato decide di rinunciare a difendersi ulteriormente. In questo contesto, il processo non sarà solo un momento di valutazione tecnica, ma anche un’occasione per ribadire l’importanza della responsabilità penale e della tutela delle vittime di violenza domestica e femminicidio.

La vicenda di Filippo Turetta e Giulia Cecchettin resta uno dei casi più discussi e seguiti negli ultimi anni, sia per la brutalità del reato sia per le implicazioni legali dell’appello. L’udienza di novembre sarà quindi osservata con attenzione non solo dalle parti coinvolte, ma anche dall’opinione pubblica, che attende un pronunciamento definitivo sul riconoscimento delle aggravanti.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure