
Emergono nuovi dettagli sull’omicidio di Chiara Poggi, la giovane uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli a Garlasco. Secondo le ultime ipotesi, l’arma del delitto potrebbe essere stata un Baby Tonfa, un piccolo strumento utilizzato per l’autodifesa. L’anatomopatologa Cristina Cattaneo, incaricata dalla procura, sta conducendo una nuova consulenza, mentre la professoressa Luisa Regimenti, docente di Medicina Legale all’Università Tor Vergata, sostiene che l’oggetto “è compatibile con il foro sulla tempia del cadavere”. Il Baby Tonfa, spiega, è comunemente usato dai praticanti di Krav Maga, disciplina seguita anche da Andrea Sempio, l’unico attuale indagato per il delitto.
“Compatibilità perfetta con la lesione di Chiara”
«In questi mesi mi sono interrogata su cosa potesse aver provocato quel foro sulla tempia di Chiara», racconta la professoressa Regimenti. «Le caratteristiche della ferita, poco profonda e rotonda, mi hanno spinta a indagare. Poi ho scoperto che Sempio praticava il Krav Maga e ho visto il Baby Tonfa: un piccolo oggetto metallico appuntito. Non ho avuto più dubbi: è perfettamente compatibile con la lesione».

Il Krav Maga, nato negli anni Trenta per l’autodifesa nelle comunità ebraiche, si basa su tecniche rapide per neutralizzare un avversario mirando ai punti vulnerabili. Secondo Regimenti, l’arma potrebbe aver colpito con estrema precisione.
Un’arma legale e comune
Il Baby Tonfa è lungo pochi centimetri, simile a un portachiavi e venduto anche online. È una versione moderna del kubotan ed è perfettamente legale in Italia. «Si tratta di uno strumento usato per la difesa personale, non classificato come arma», spiega l’esperta. Tuttavia, nel contesto del delitto di Garlasco, potrebbe aver assunto un ruolo cruciale nella ricostruzione dell’aggressione.
Le misurazioni del corpo di Sempio
Intanto il consulente della difesa, Armando Palmegiani, invita alla prudenza: «Sarà difficile arrivare a un dato certo. Sempio oggi ha 37 anni, ma nel 2007 era un ragazzo di 19: peso e corporatura cambiano». Le misurazioni ordinate dalla procura potrebbero servire a collocare l’indagato sulla scena del crimine, confrontandole con le tracce di sangue e l’impronta palmare trovata sulla scala. Tuttavia, secondo Palmegiani, «quella traccia non è caratterizzante né attribuibile con certezza».
La nuova consulenza in arrivo
Le ultime verifiche riguardano anche la Bpa (analisi delle macchie di sangue) e mirano a ricostruire la posizione dell’aggressore. L’attesa ora è per la consulenza della dottoressa Cattaneo, che potrebbe contenere elementi decisivi. «Il deposito del suo lavoro è imminente», confermano fonti vicine all’inchiesta. Un nuovo tassello, forse, per fare luce sul mistero che da oltre diciotto anni avvolge il caso di Chiara Poggi.


