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Meloni-Orban, tensione a Roma: “Serve buonsenso, non isolamento”

Pubblicato: 28/10/2025 07:50

Giorgia Meloni si prepara all’incontro con Viktor Orban, ma già alla vigilia del faccia a faccia l’atmosfera è elettrica. Da Bruxelles arrivano messaggi di allarme, preoccupati per l’ennesima sfida del premier ungherese all’Unione Europea. In passato la presidente Ursula von der Leyen si era già affidata alla premier italiana per tentare una mediazione, forte del rapporto personale che lega i due leader sovranisti. Stavolta, però, tutto diventa più complicato. Poche ore prima dell’incontro, Orban rilascia dichiarazioni incendiarie contro BruxellesTrump e in difesa di Putin. Parole destinate a pesare, soprattutto perché pronunciate sul suolo italiano. L’imbarazzo, a Palazzo Chigi, è immediato e palpabile.

Antonio Tajani, dopo un rapido confronto con la premier, prende le distanze pubblicamente dalle posizioni del magiaro, mentre il governo adotta la linea del “silenzio strategico”: niente polemiche, solo un comunicato asciutto e privo di enfasi.

Meloni: “Rafforziamo l’asse con Washington, non indeboliamo l’Europa”

Dietro le porte chiuse del colloquio, Meloni tenta di riportare l’incontro su binari costruttivi. “Viktor, servono due strade possibili”, avrebbe spiegato la premier: o continuare a bloccare ogni intesa su Kiev, paralizzando l’Europa e minando anche la mediazione americana, oppure attenuare le posizioni più filorusse e collaborare su terreni comuni come competitività, migrazione, difesa e green economy. Una strategia, quella di Meloni, che mira a rafforzare il peso politico delle destre europee, ma senza trasformarle in un ostacolo per la stabilità del continente.

La premier sa bene che Orban utilizza la sua opposizione come strumento di pressione per ottenere vantaggi da Bruxelles. Tuttavia, in nome del pragmatismo politico, sceglie di tentare comunque un punto di equilibrio, anche se dopo le Europee 2024 i due si erano separati: lei nei Conservatori europei, lui fondatore dei Patrioti con Marine Le Pen. Ma ora, con Trump tornato protagonista, gli equilibri sono di nuovo in movimento.

Il comunicato finale e la prova di diplomazia

Nel corso dell’incontro, i due leader affrontano anche i dazi americani, le sanzioni sul petrolio russo e le tensioni nei rapporti transatlantici. “È proprio per rafforzare l’asse con Washington che non possiamo permetterci di indebolire l’Europa”, sarebbe stata la posizione di Meloni.

A fine giornata, Palazzo Chigi diffonde una nota stringata, parlando di «sinergie tra Italia e Ungheria sulle opportunità offerte dallo strumento europeo Safe» e di un confronto su Ucraina, Medio Oriente e flussi migratori. Orban, invece, sceglie la visibilità: “Ottimo incontro! Restando forti insieme difenderemo le nostre nazioni”. Un dialogo difficile, ma inevitabile per chi vuole ancora contare nei nuovi equilibri europei.

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