
La recente e grave violazione da parte di Hamas nella restituzione del corpo di un ostaggio, avvenuta ieri sera, ha scatenato la ferma condanna del ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben Gvir, che ha richiesto apertamente ritorsioni immediate e totali contro l’organizzazione terroristica.
L’episodio, nel quale si è scoperto che la bara consegnata conteneva i resti di un ostaggio il cui corpo era già stato restituito e non di uno dei prigionieri attualmente detenuti, è stato percepito come un’ulteriore, cinica provocazione che non può essere tollerata. Ben Gvir ha espresso la sua posizione con estrema durezza, sottolineando come il continuo “gioco” di Hamas e la mancata immediata restituzione dei corpi di tutti i nostri soldati caduti costituisca di per sé la prova inconfutabile che l’organizzazione terroristica sia ancora saldamente in piedi e capace di agire indisturbata.
Un appello per spezzare quelle gambe una volta per tutte
Il ministro Ben Gvir, citato da Ynet, ha usato un linguaggio diretto e perentorio, affermando che è giunto il momento di “spezzare quelle gambe una volta per tutte”. Questa frase non è soltanto una metafora, ma un chiaro e inequivocabile invito ad agire con la massima risolutezza per neutralizzare completamente le capacità operative e di resistenza di Hamas. Secondo il ministro, le violazioni degli accordi, come quella odierna, non devono portare semplicemente a “esigere un prezzo” dall’organizzazione, ma a un’azione di portata molto più ampia e definitiva: impossessarsi della sua stessa esistenza e distruggerla completamente. La sua retorica è volta a instillare un senso di urgenza e di necessità assoluta di un cambiamento di passo nella strategia di risposta di Israele.
Distruzione totale, non mero prezzo
La richiesta di Ben Gvir va ben oltre le ordinarie misure di ritorsione. Egli non si accontenta di una punizione o di una reazione proporzionata alla specifica violazione; al contrario, chiede che la risposta sia mirata alla liquidazione totale e definitiva dell’organizzazione. Questo approccio riflette la convinzione che qualsiasi compromesso o esitazione non faccia altro che prolungare l’agonia e concedere ad Hamas ulteriore spazio per manovrare e per riaffermare il proprio potere. L’obiettivo, dunque, non è ristabilire l’equilibrio o far pagare un prezzo per il danno specifico, ma eliminare la minaccia alla radice.
Basta con le esitazioni: l’ordine al primo ministro
Rivolgendosi direttamente al Primo Ministro, Ben Gvir ha lanciato un accorato e incalzante appello a porre fine a qualsiasi forma di esitazione. Le sue parole, “Signor Primo Ministro, basta con le esitazioni: dia l’ordine”, suonano come un ultimatum politico, un invito categorico a passare immediatamente all’azione militare più risoluta. Questo pressing pubblico sul capo del governo evidenzia la profonda spaccatura e il dibattito acceso all’interno della leadership israeliana sulla strategia più efficace da adottare nei confronti di Hamas. Il ministro della Sicurezza nazionale sostiene che la temporeggiamento non è più un’opzione e che solo una mossa decisiva e immediata potrà garantire la sicurezza e la dignità nazionale, mettendo fine una volta per tutte alla capacità di ricatto e di violazione da parte di Hamas. La fiducia nella fermezza e nella determinazione è l’unico strumento, secondo Ben Gvir, per affrontare una sfida che ha travalicato ogni limite accettabile.


