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Re Carlo, un contestatore gli urla contro: “Da quanto sapevate di Andrea e Epstein?”

Pubblicato: 28/10/2025 10:32
Re Carlo sotto shock

Un episodio di tensione ha segnato la passeggiata pubblica di re Carlo III fuori dalla Cattedrale di Lichfield, nel nord-ovest dell’Inghilterra. Mentre il sovrano salutava la folla, un contestatore ha urlato una domanda che ha riportato al centro dell’attenzione il caso più scomodo per la famiglia reale britannica: quello del principe Andrea e dei suoi legami con Jeffrey Epstein.
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Da quanto tempo sapevate di Andrew ed Epstein?”, ha gridato l’uomo rivolgendosi al re, mentre riprendeva la scena con il cellulare. Il video è stato poi pubblicato sulla piattaforma X, dove in poche ore ha raccolto migliaia di visualizzazioni e commenti. Le immagini mostrano Carlo III che prosegue il suo percorso apparentemente impassibile, senza reagire alla provocazione, mentre la sicurezza reale interviene rapidamente per allontanare il contestatore.

L’uomo, la cui identità non è stata resa pubblica, è stato fermato e identificato dalla polizia locale poco dopo l’accaduto. Secondo le prime ricostruzioni, non avrebbe opposto resistenza e si sarebbe limitato a giustificare il gesto come una “protesta simbolica” per chiedere chiarezza sul ruolo della monarchia nella gestione dello scandalo che coinvolge il duca di York.

Il caso del principe Andrea e il peso dell’eredità Epstein

Il principe Andrea, secondogenito della regina Elisabetta II e fratello di re Carlo, resta una figura controversa all’interno della famiglia reale. Dopo anni di indagini e accuse legate alla sua amicizia con il finanziere americano Jeffrey Epstein, coinvolto in una rete di abusi e traffico sessuale, il principe ha vissuto un progressivo isolamento istituzionale e mediatico.

All’inizio di questo mese, Andrea ha annunciato la rinuncia definitiva all’uso del titolo di Duca di York, un gesto che molti osservatori hanno interpretato come un ulteriore tentativo di ridurre l’imbarazzo della Corona britannica. Tuttavia, l’attenzione pubblica e politica sul suo caso non si è mai spenta. Le recenti domande su “chi sapesse cosa” all’interno di Buckingham Palace tornano ora a scuotere l’immagine del regno, alimentando dubbi su quanto la famiglia reale fosse informata dei rapporti tra Andrea ed Epstein prima che lo scandalo esplodesse.

Il silenzio di re Carlo e le reazioni dell’opinione pubblica

Durante la breve ma rumorosa protesta di Lichfield, re Carlo III ha mantenuto un atteggiamento di assoluto silenzio. Le immagini lo mostrano procedere lungo il percorso tra i cittadini, senza rispondere né accennare reazioni. Una scelta in linea con la tradizionale strategia di distacco adottata dalla monarchia britannica nei momenti di crisi o controversia pubblica.

Sui social, tuttavia, il video ha riacceso un intenso dibattito. Molti utenti hanno espresso solidarietà al manifestante, sottolineando l’importanza di chiedere trasparenza a una delle istituzioni più influenti e meno accessibili del Regno Unito. Altri, invece, hanno difeso la compostezza del sovrano, considerandola un segno di dignità e autocontrollo di fronte a una provocazione inopportuna.

Il dibattito mediatico si intreccia così con un tema più ampio: la capacità della monarchia britannica di mantenere la fiducia pubblica in un’epoca in cui la richiesta di responsabilità e chiarezza tocca anche le figure simboliche.

L’ombra di Epstein sulla monarchia britannica

Lo scandalo legato a Jeffrey Epstein, morto in carcere nel 2019 in circostanze mai del tutto chiarite, continua a gettare una lunga ombra su personalità di spicco della politica, dell’economia e della nobiltà internazionale. Il nome del principe Andrea emerse più volte nelle indagini americane, tanto da costringerlo nel 2020 a rinunciare ai doveri pubblici reali e a ritirarsi progressivamente dalla scena.

Pur non essendo mai stato formalmente incriminato nel Regno Unito, Andrea ha affrontato una causa civile negli Stati Uniti intentata da Virginia Giuffre, che lo accusava di abusi sessuali quando era minorenne. La controversia si è conclusa con un accordo extragiudiziale, senza ammissione di colpa ma con un risarcimento economico significativo, dettaglio che ha alimentato ulteriori sospetti e malumori tra i sudditi.

La scelta di Carlo III di non commentare né prendere pubblicamente posizione sui comportamenti del fratello è stata finora letta come una forma di prudenza istituzionale, volta a proteggere la continuità della monarchia. Tuttavia, episodi come quello di Lichfield dimostrano che la questione è tutt’altro che archiviata e che il tema resta una ferita aperta nel rapporto tra la Corona e l’opinione pubblica.

Il simbolo di una monarchia sotto pressione

La scena di un cittadino che chiede conto al re dei comportamenti del fratello racchiude, in pochi secondi, la fragilità di un’istituzione alle prese con le sfide del tempo moderno. Da un lato la necessità di difendere la riservatezza e la dignità reale, dall’altro l’esigenza crescente di trasparenza e responsabilità che la società contemporanea pretende anche da chi rappresenta il potere simbolico.

Il grido lanciato fuori dalla Cattedrale di Lichfield – “Da quanto tempo sapevate di Andrew ed Epstein?” – non è solo una provocazione isolata, ma il riflesso di un’opinione pubblica che continua a chiedere risposte. E mentre re Carlo sceglie il silenzio, il peso dello scandalo Epstein e le domande sul principe Andrea restano un fardello che la monarchia britannica dovrà ancora a lungo portare sulle spalle.

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