
È degenerato in caos l’incontro sulle prospettive di pace in Medio Oriente organizzato all’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove un gruppo di attivisti pro-Palestina ha impedito all’ex deputato del Pd Emanuele Fiano di portare a termine il suo intervento. L’evento, promosso dall’associazione Futura e dalla Fondazione Venezia per la Ricerca sulla Pace, avrebbe dovuto affrontare il tema del dialogo tra israeliani e palestinesi nella logica dei “due popoli due Stati”, ma si è trasformato in un episodio di intolleranza che ha suscitato polemiche a livello nazionale.
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Secondo quanto raccontato dallo stesso Fiano, una quarantina di ragazzi con cartelli e striscioni antisionisti ha invaso l’aula, scandendo slogan contro di lui e contro Israele. “Ho provato a continuare a parlare, ma non mi hanno lasciato finire. Il principio che hanno in mente è che chi non la pensa come loro non deve parlare”, ha dichiarato l’ex parlamentare, visibilmente scosso. Poi la frase che ha segnato l’intervento: “L’ultima volta che hanno espulso un Fiano da un luogo di studio era il 1938, con mio padre. Impedire il dialogo è fascismo.”
La solidarietà politica e le parole di Renzi e La Russa
La vicenda ha subito attirato la solidarietà del mondo politico. Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha espresso vicinanza a Fiano, ma ha voluto distinguere: “Capisco la sua amarezza, ma definire fascisti i pro-Palestina è un po’ forzato. Il fascismo ha colpe storiche enormi verso gli ebrei italiani, ma oggi è più corretto chiamare le cose con il loro nome.” Più netto il ministro della Cultura Alessandro Giuli, che ha parlato di “attacco alla libertà di confronto e ai principi stessi della democrazia”.
Da Carlo Calenda e Matteo Renzi sono arrivati messaggi altrettanto solidali. Il leader di Italia Viva ha ricordato la figura di Nedo Fiano, sopravvissuto ad Auschwitz, definendo l’episodio “un gesto che fa orrore e ripugna”. Poi ha lanciato un appello ai sostenitori della causa palestinese: “Scusatevi con Fiano e organizzate una vera manifestazione pro-Pal, contro Hamas, non contro la libertà di parola nelle università.”
L’attacco frontale di Chef Rubio
A rompere il clima di solidarietà è stato Chef Rubio, che sui social ha indirizzato a Fiano un durissimo attacco. L’ex volto televisivo, noto per le sue posizioni filo-palestinesi, ha scritto: “Non ci sarà mai pace tra colonizzatori e nativi, tra oppressori e oppressi, tra terroristi e resistenza, tra carnefici e vittime. Chi ripete la menzogna sionista dei ‘due popoli due Stati’ non fa che normalizzare la colonia ebraica.”
Non ci sarà mai Pace tra colonizzatori e nativi, oppressori e oppressi, terroristi e resistenza, carnefici e vittime. Chi ripete la menzogna sionista “due popoli due stati” non parla che di normalizzazione della colonia ebraica. https://t.co/hmjli7zsjF Il Pacifico @emanuelefiano pic.twitter.com/7zHTxBdbbv
— Rubio 🔻 (@rubio_chef) October 28, 2025
Le sue parole hanno scatenato un’ondata di reazioni, dividendo il pubblico tra chi le ha interpretate come un messaggio politico e chi, invece, come un attacco ideologico e personale contro un ebreo italiano impegnato nel dialogo. Per molti, l’intervento di Rubio ha aggravato una situazione già tesa, spostando il dibattito dal piano del confronto delle idee a quello della delegittimazione.
Fiano tra pace e attacchi
Emanuele Fiano, senza replicare direttamente a Rubio, ha ribadito il senso della sua partecipazione all’incontro: “Eravamo lì per parlare di pace, di ingiustizie e di dolore, non per giustificare la violenza. Chi non vuole sentire parlare di pace, la pace non la vuole.” Il suo messaggio, carico di riferimento storico e personale, ha trovato l’appoggio di numerose associazioni culturali e di esponenti del mondo accademico, che hanno denunciato l’episodio come un segnale preoccupante del clima di intolleranza che si sta diffondendo anche nei luoghi della conoscenza.

Un simbolo del conflitto culturale
Il blitz di Ca’ Foscari e la successiva polemica tra Chef Rubio e Fiano riflettono una spaccatura profonda che attraversa anche la società italiana: da un lato chi sostiene la necessità di un compromesso politico e riconosce il diritto all’esistenza di due popoli, dall’altro chi rifiuta questa visione e considera ogni forma di dialogo con Israele una legittimazione dell’occupazione.
L’episodio di Venezia è così diventato molto più di una semplice protesta universitaria: rappresenta la difficoltà di mantenere aperto uno spazio di confronto sereno su un tema che continua a dividere, anche a migliaia di chilometri dal fronte. In mezzo, la figura di Fiano, simbolo di una memoria familiare segnata dalla persecuzione e di un impegno civile che non cessa di suscitare reazioni estreme.


