
Due terremoti ravvicinati sono stati registrati nella notte tra domenica 26 e lunedì 27 ottobre dall’Ingv. Le due scosse, a distanza di pochi minuti l’una dall’altra, hanno interessato l’area del Tirreno meridionale e la provincia di Catania, facendo tornare la paura tra gli abitanti di diverse zone della Sicilia orientale.
La prima scossa, di magnitudo 2,8, è stata registrata alle 23:39 a Ragalna, nel Catanese, a circa un chilometro dal centro abitato e a una profondità di 10 chilometri. Il sisma è stato avvertito distintamente ai piedi dell’Etna, soprattutto nei comuni di Paternò, Nicolosi e Belpasso, dove alcune persone sono scese in strada per precauzione.
Poco dopo, alle 23:55, un secondo terremoto di magnitudo 2,9 ha scosso il Tirreno meridionale, al largo delle coste tra Sicilia e Calabria. Il sisma, con epicentro in mare aperto, non ha causato danni né allarme tsunami, ma è stato registrato chiaramente dalle stazioni sismiche di Messina, Reggio Calabria e Palmi.
L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia continua a monitorare l’area, dove nelle ultime settimane si è osservata una moderata attività sismica, legata ai movimenti tettonici della placca africana e alla dinamica del vulcano Etna. Al momento non si segnalano criticità né danni a persone o cose, ma la doppia scossa conferma la vulnerabilità sismica dell’intera regione, da tempo oggetto di studi e piani di prevenzione.


