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“Arrestata”. Roberto massacrato con 40 colpi, l’orribile verità viene a galla soltanto ora

Pubblicato: 29/10/2025 14:16

È stata arrestata questa mattina con l’accusa di omicidio volontario del marito Roberto Berti, trovato morto il 23 novembre scorso a Castel d’Aiano, sull’Appennino bolognese. La donna, Leda Stupazzoni, 81 anni, era da mesi al centro delle indagini coordinate dalla Procura di Bologna.

All’alba di ieri, i carabinieri della compagnia di Vergato e del Nucleo Investigativo hanno eseguito la misura cautelare degli arresti domiciliari nell’abitazione di via Bedosta, in località Rasora, dove la donna viveva e dove, secondo gli investigatori, avrebbe ucciso il marito.

Il corpo di Roberto Berti, anche lui ottantunenne, era stato trovato senza vita nel cortile dell’abitazione. Sul corpo, i militari avevano riscontrato una quarantina di ferite, inferte con un oggetto tagliente o con dei cocci, in un’aggressione di violenza eccezionale.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’uomo sarebbe stato colpito ripetutamente al collo e alla testa, zone dove le lesioni sono risultate più profonde. Le ferite, incompatibili con una caduta, avevano subito fatto emergere dubbi sulla versione fornita dalla moglie.

Era stata infatti la stessa Leda Stupazzoni a chiamare i soccorsi, raccontando che il marito era caduto dalle scale e aveva battuto la testa su una carriola. Un racconto apparso da subito lacunoso e contraddittorio, anche perché l’anziano non aveva un braccio e difficilmente avrebbe potuto compiere movimenti tali da giustificare una simile dinamica.

Gli accertamenti medico-legali avevano confermato i sospetti: nessuna caduta accidentale, ma una violenta aggressione culminata in un pestaggio mortale. Le analisi dei carabinieri del Ris e i rilievi della Scientifica hanno progressivamente consolidato il quadro accusatorio.

Nel corso di mesi di indagini, gli investigatori hanno raccolto testimonianze e riscontri che avrebbero consentito di ricostruire la sequenza dell’omicidio e di ipotizzare un movente legato a dissidi familiari e tensioni maturate nel tempo all’interno della coppia.

Secondo la tesi della Procura, la donna avrebbe agito in un momento di follia e esasperazione, al culmine di un litigio. Da quanto emerso, il marito aveva un carattere molto duro e in passato avrebbe anche maltrattato la moglie, circostanza su cui gli inquirenti stanno cercando ulteriori conferme.

Resta ora da chiarire se l’omicidio sia stato il gesto estremo di una donna stremata da anni di violenze domestiche o un atto di rabbia improvvisa. Leda Stupazzoni, assistita dall’avvocata Valentina Di Loreto, è ora ai domiciliari in attesa dell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice.

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