
Sono stati identificati come appartenenti a Ofir Tzarfati i resti consegnati ieri da Hamas alla Croce Rossa Internazionale. Il giovane israeliano, di 27 anni, era stato rapito il 7 ottobre 2023 durante il Nova Festival e successivamente ucciso in prigionia. La notizia ha riacceso le tensioni tra Israele e Hamas, già alle prese con un fragile equilibrio negli scambi umanitari.
Secondo quanto riferito dalle Forze di Difesa israeliane (IDF), i resti di Tzarfati erano già stati recuperati nel dicembre 2023, durante una delle prime operazioni militari nella Striscia di Gaza. Il nuovo “ritrovamento” sarebbe dunque, secondo fonti israeliane, una messa in scena orchestrata da Hamas.
🚨🪖🇮🇱 Pazzesco.
Un video di un drone militare israeliano mostra Hamas nell'atto di inscenare il recupero dei resti dell'ostaggio consegnato ieri notte a Israele.
Nel filmato si possono osservare i terroristi che trasferiscono un sacco per cadaveri da un edificio in una buca… pic.twitter.com/2EamRdcZEF
— Dario D'Angelo (@dariodangelo91) October 28, 2025
L’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha denunciato la consegna come una violazione dell’accordo in corso, che prevede la restituzione dei corpi di 13 ostaggi uccisi ancora trattenuti dal gruppo islamista. In una nota ufficiale, il governo israeliano ha definito l’episodio “una provocazione inaccettabile” e ha annunciato nuove misure di risposta.
Fonti governative riferiscono che Hamas avrebbe seppellito i resti in una fossa, per poi segnalarne la posizione alla Croce Rossa, simulando il ritrovamento di un corpo “nuovo”. Una strategia che, secondo Israele, mira a confondere l’opinione pubblica e a prolungare le trattative sugli ostaggi.
La famiglia di Ofir Tzarfati è stata informata del risultato delle verifiche medico-legali. L’IDF ha confermato che i resti consegnati ieri sono identici a quelli recuperati mesi fa, e dunque non si tratta di un nuovo rinvenimento, ma di una ripetizione dell’evento con fini propagandistici.

Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. I ministri dell’estrema destra israeliana, tra cui Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, hanno chiesto al premier Netanyahu di porre fine a ogni negoziato e di distruggere completamente Hamas, definendo l’episodio “una vergogna per Israele e per la comunità internazionale”.
Di fronte all’escalation, Benjamin Netanyahu ha convocato per oggi un vertice sulla sicurezza nazionale con i principali esponenti dell’apparato di difesa. L’obiettivo è discutere “le misure da adottare in risposta alle violazioni e alle provocazioni di Hamas”, si legge nella dichiarazione ufficiale diffusa dal suo ufficio.
La vicenda di Ofir Tzarfati è diventata simbolo del dramma degli ostaggi israeliani ancora prigionieri nella Striscia di Gaza, molti dei quali si teme siano già deceduti. Le famiglie continuano a chiedere chiarezza e trasparenza, mentre le autorità israeliane insistono sulla necessità di mantenere la pressione militare e diplomatica.
Il caso riaccende il dibattito interno su come Israele debba gestire i negoziati con Hamas: proseguire con le trattative per gli ostaggi o avviare una nuova offensiva militare nella Striscia. Intanto, il nome di Ofir Tzarfati resta impresso come quello di un giovane che, anche dopo la morte, continua a rappresentare la fragilità del conflitto israelo-palestinese.


