
I cieli notturni dei primi anni Cinquanta, un periodo storico estremamente delicato e denso di fermento scientifico e geopolitico, custodiscono un mistero che ha sfidato la spiegazione per decenni. Questo enigma riguarda la comparsa improvvisa e la successiva scomparsa di misteriosi lampi di luce, fenomeni noti come “transienti”, che furono catturati per caso nelle immagini astronomiche. Recentemente, un team di scienziati provenienti dall’Università di Stoccolma in Svezia e dalla Vanderbilt University negli Stati Uniti ha condotto uno studio rivoluzionario.
Analizzando un vasto archivio di centinaia di migliaia di immagini astronomiche risalenti al secolo scorso – in particolare quelle scattate prima del lancio dello Sputnik 1 il 4 ottobre 1957, il primo satellite artificiale in orbita – i ricercatori sono giunti a una scoperta inattesa che getta una nuova luce su questi fenomeni fugaci. La loro indagine, condotta nell’ambito del progetto VASCO (Vanishing & Appearing Sources during a Century of Observations), ha portato alla luce correlazioni statisticamente significative tra questi lampi luminosi e due eventi storici distinti: i test di armi nucleari e gli avvistamenti di oggetti volanti non identificati (Ufo/Uap), suggerendo che il caso non possa spiegare interamente l’aumento delle osservazioni.
La correlazione tra lampi, test e ufo
Le analisi statistiche dei dati hanno rivelato un legame di notevole importanza. I lampi di luce misteriosi risultavano essere fino al 68% più frequenti nei giorni immediatamente successivi all’esecuzione dei test nucleari rispetto a tutti gli altri giorni inclusi nel periodo di studio. Questa impennata di fenomeni luminosi è una correlazione suggestiva che indica un possibile impatto delle attività umane sull’atmosfera o sullo spazio immediatamente circostante la Terra. Ma il legame non si ferma qui.
Lo studio ha anche dimostrato che la probabilità di osservare questi transienti aumentava dell’8,5% per ogni singola segnalazione di Ufo o di fenomeni anomali non identificati (UAP) registrata nello stesso periodo storico. Quando entrambe le condizioni – l’effettuazione di un test nucleare e un avvistamento di Ufo/UAP – si verificavano nello stesso giorno, il numero medio di lampi luminosi raddoppiava. La ricercatrice Beatriz Villarroel, astrofisica e guida delle indagini, ha sottolineato l’importanza di questi dati: “Si tratta di una correlazione statisticamente significativa, non spiegabile dal caso”. Sebbene ciò non implichi una causa-effetto diretta, indica chiaramente che “qualcosa stava effettivamente accadendo nell’atmosfera o nello spazio immediatamente sopra di noi”.
L’analisi dei transienti nel progetto VASCO
L’indagine scientifica si è concentrata sui “transienti” luminosi, portando all’identificazione di oltre 106.000 di questi fenomeni nelle osservazioni condotte tra il 1949 e il 1957, in particolare nel primo Palomar Observatory Sky Survey (POSS-I). Oggi, sappiamo che molti di questi brevi lampi di luce sono causati dai riflessi solari generati da oggetti artificiali piatti e altamente riflettenti in orbita, quali satelliti e detriti spaziali. Tuttavia, il fatto cruciale che le immagini analizzate risalgano a un periodo antecedente al lancio del primo satellite artificiale, lo Sputnik 1, rende la presenza di questi lampi particolarmente enigmatica. Un primo studio, pubblicato su Scientific Reports, ha formalmente verificato l’ipotesi della correlazione con i test nucleari e le segnalazioni di Ufo/UAP, confermando il legame inatteso tra questi eventi.
L’ipotesi degli oggetti artificiali Pre-Sputnik
Un secondo studio, pubblicato in contemporanea su Publications of the Astronomical Society of the Pacific, ha aggiunto un ulteriore, fondamentale tassello al mistero. L’analisi ha suggerito che almeno un terzo dei lampi osservati potrebbe essere dovuto a riflessioni solari. Questa ipotesi è supportata dal fatto che i transienti mancano completamente nella zona d’ombra terrestre, l’area dove la luce del Sole non è in grado di generare riflessi. Questa peculiare distribuzione, combinata con schemi che non sono spiegabili da difetti dell’immagine o dal caso, ha portato i ricercatori a ipotizzare l’esistenza di oggetti artificiali riflettenti nell’orbita terrestre prima del 1957.
Questa tesi è estremamente rilevante poiché, se confermata, avrebbe implicazioni inattese sulla storia della corsa allo spazio e della presenza di tecnologia umana in orbita. Come ha osservato Villarroel, “I nostri risultati mostrano che sembra esserci una vera e propria popolazione di fenomeni correlati, tra le altre cose, a test di armi nucleari o segnalazioni di Uap, e che mancano nell’ombra terrestre.” La natura dei lampi suggerisce, inoltre, che gli oggetti riflettenti fossero molto piatti, capaci di riflettere la luce solare con un breve lampo, a differenza di oggetti rotondi come asteroidi o granelli di polvere che lascerebbero tracce allungate (striature) in un’esposizione prolungata.


