
“La decisione della Corte dei Conti è un grave danno per il Paese e appare una scelta politica più che un sereno giudizio tecnico”, ha dichiarato il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, commentando il mancato visto di legittimità sul progetto del Ponte sullo Stretto di Messina da parte dei magistrati contabili. Una presa di posizione dura, che evidenzia la tensione tra il governo e la Corte dei Conti su una delle opere più discusse e simboliche del Paese.
La reazione di Meloni: riforme giudiziarie in vista
La presidente del Consiglio ha dichiarato che “l’unica risposta possibile a questa inaccettabile interferenza, che non rallenterà l’operato del Governo sostenuto dal Parlamento” consisterà nell’avanzare con “la riforma costituzionale della giustizia e quella della Corte dei Conti, entrambe attualmente all’esame del Senato e ormai vicine all’approvazione definitiva”.
Salvini attacca la Corte dei Conti
Il leader della Lega non ha nascosto la sua delusione per la decisione, definendola un ostacolo al progresso e all’occupazione: “In attesa delle motivazioni, chiarisco subito che non mi sono fermato quando dovevo difendere i confini e non mi fermerò ora, visto che parliamo di un progetto auspicato perfino dall’Europa che regalerà sviluppo e migliaia di posti di lavoro da sud a nord”. Secondo Salvini, il parere negativo non sarebbe frutto di una valutazione tecnica, ma di “una scelta politica”, che rischia di bloccare un’infrastruttura strategica attesa da decenni.

Il Ponte sullo Stretto, progetto simbolo di connessione tra Sicilia e Calabria, rappresenta per il ministro una sfida storicae un’occasione di rilancio per il Mezzogiorno. Salvini ha più volte sottolineato come l’opera sia “un investimento per il futuro del Paese”, sostenendo che possa generare ricadute economiche e occupazionali significative e garantire all’Italia un ruolo centrale nei corridoi europei dei trasporti.
Un progetto tra ambizioni e ostacoli
Il no dei giudici contabili al visto di legittimità ha però creato un nuovo fronte di scontro istituzionale. Per la Corte, mancherebbero alcune garanzie economiche e giuridiche necessarie a procedere, ma dal ministero assicurano che il lavoro andrà avanti. Salvini, infatti, ha ribadito che il governo non intende arretrare di un millimetro, annunciando di voler proseguire con determinazione: “È un progetto di interesse nazionale, non possiamo lasciarlo impantanare in valutazioni che appaiono più ideologiche che tecniche”.
Il ministro ha inoltre ricordato come l’Unione Europea abbia espresso più volte pareri positivi sull’opera, considerandola coerente con gli obiettivi di integrazione infrastrutturale e sostenibilità. Per Salvini, fermare il Ponte significherebbe “perdere un’occasione unica per l’Italia intera, non solo per il Sud”.
Concludendo, il leader leghista ha lanciato un messaggio diretto: “Non mi fermerò ora. Il Ponte si farà e sarà un simbolo di rinascita per milioni di italiani”. Un impegno che promette di alimentare ancora il confronto politico e istituzionale sul futuro dell’ambizioso progetto.


