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Arianna Meloni furiosa con Ranucci: cosa succede. Accusa pesantissima

Pubblicato: 30/10/2025 12:26
Arianna Meloni furiosa Ranucci

Il caso che coinvolge Arianna Meloni e la trasmissione Report torna al centro dell’attenzione mediatica. La responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia ha espresso una reazione di forte contrarietà dopo le accuse lanciate dalla trasmissione di Sigfrido Ranucci, che l’avrebbero vista incontrare il membro dell’Authority per la privacy, Agostino Ghiglia, prima della sanzione comminata alla trasmissione stessa.
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Secondo Meloni, la vicenda è stata ingiustamente interpretata e ha generato un clima di pressione mediatico-politica che lei definisce «senza senso, fuori da ogni logica». L’esponente di FdI si dice «assediata» e ferma nel respingere ogni collegamento tra la sua presenza e la decisione dell’Authority.

La versione di Arianna Meloni

In un’intervista al Corriere della Sera, Arianna Meloni ha chiarito la propria posizione: «È stato il garante, che è stato nominato dal centrosinistra come il vice presidente, a decidere la sanzione, e ha spiegato chiaramente il perché. Ghiglia ha incontrato Bocchino per altre ragioni, io l’ho appena incrociato e salutato. La decisione era di fatto già stata presa, indipendentemente da ogni mio parere».

Meloni ha definito «inammissibile» la pubblicazione della telefonata privata tra marito e moglie al centro del caso, sottolineando la gravità dell’esposizione mediatica: «È indecente, così si rovinano le vite di persone, di famiglie. È voyeurismo, è essere faziosi, è voler colpire. Io non utilizzerei una telefonata tra coniugi nemmeno contro il mio peggior nemico».

Dal partito si sottolinea inoltre che «quella sanzione non la pagherà Ranucci, ma noi contribuenti con il canone», un dettaglio che alimenta ulteriormente la polemica sul ruolo del servizio pubblico e della gestione delle sanzioni.

La tensione con i giornalisti

Martedì scorso, Meloni si è trovata a rispondere per tutto il giorno alle domande dei giornalisti sul caso. Secondo quanto riportato, la responsabile della segreteria politica ha reagito con durezza: «Ma avete una forma di ossessione, dovete farvi curare!». La sua difesa è stata rivolta anche al principio di equità e imparzialità nell’inchiesta giornalistica: «Io non ho cariche istituzionali, faccio vita di partito e scelgo di stare dietro le quinte, non devo rispondere sempre e comunque, e comunque non a chi attacca a senso unico. Perché una cosa è il doveroso giornalismo di inchiesta, anche nei nostri confronti, altra una caccia alle streghe a senso unico».

Meloni ha infine rimarcato il concetto di responsabilità e attenzione verso la pubblica amministrazione: «Mi piacerebbe che si andasse a guardare tutti quei parenti negli anni, quando loro dormivano, sono stati piazzati nei posti pubblici e nelle partecipate statali».

Implicazioni politiche e mediatiche

Il caso evidenzia la crescente tensione tra politica e stampa in Italia, in particolare quando l’attenzione si concentra su figure legate a partiti di governo. La reazione di Arianna Meloni mette in luce non solo la sensibilità rispetto alla propria immagine e a quella della famiglia, ma anche la frattura percepita tra l’attività giornalistica e le dinamiche politiche.

La vicenda continuerà a suscitare dibattito, sia sull’equilibrio tra diritto di cronaca e privacy personale, sia sul ruolo delle autorità indipendenti nella gestione di sanzioni a trasmissioni televisive. L’intervento di Meloni, forte e diretto, testimonia la crescente attenzione su come la politica interpreti e risponda agli attacchi mediatici, segnando una nuova fase nel confronto tra istituzioni, partiti e stampa.

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