
Un normale tragitto in ascensore si è trasformato in una paura senza precedenti. La cabina, partita lentamente verso il ventesimo piano, all’improvviso ha iniziato a precipitare. A bordo c’erano quattro persone: un anziano ingegnere elettromeccanico, sua figlia e una coppia ospite di alcuni vicini. Un evento spaventoso con un finale decisamente a sorpresa. A raccontare quanto accaduto è stato uno dei presenti: “L’ascensore ha sussultato. Prima che ce ne rendessimo conto stavamo cadendo nel vuoto”. Nel panico generale, il suo primo pensiero è stato chiaro: “Ho pensato che saremmo morti”.
La sequenza, dicono i testimoni, è stata brutale e rapidissima. Il movimento in salita si è interrotto, le porte scorrevoli si sono aperte e la cabina ha iniziato a scendere a scatti, finché la frenatura di emergenza non ha preso il controllo: “Per fortuna non siamo caduti in un colpo solo”, ha aggiunto il testimone, “ma a ogni piano sentivo un ‘clack, clack, clack’. Siamo rimasti bloccati tra il decimo e l’undicesimo piano”.

La scena che non vorresti mai vivere: il racconto minuto per minuto
L’episodio si è verificato in un condominio di Genk, in Belgio ed è stato raccontato da Alfons, ingegnere elettromeccanico di 83 anni alla Gazet van Antwerpen. Bloccata tra due piani, la cabina è rimasta sospesa per circa cinquanta minuti, il tempo necessario ai tecnici della società manutentrice per mettere in sicurezza il vano e procedere all’estrazione. L’amministrazione condominiale ha poi puntualizzato: “Gli utenti sono stati quindi tratti in salvo dall’azienda che gestisce l’ascensore. Pertanto, i dispositivi di sicurezza hanno funzionato correttamente”. Dentro, però, la paura ha continuato a montare: “Con noi c’era una donna che tremava di paura. E così mia figlia. Ma non potevamo andare da nessuna parte”, racconta ancora l’anziano.

L’incidente è avvenuto mercoledì 15 ottobre in un maxi complesso popolare costruito negli anni ’60 alla periferia della città, la Residentie Zonneweelde. Secondo il residente, le criticità non erano nuove: “Avevo segnalato diverse volte che i freni non funzionavano bene e che i materiali erano obsoleti, ma mi dicevano che esageravo”. Parole che riaprono il dossier manutenzione, tra cicli di revisione, verifiche periodiche e responsabilità di gestione che in edifici così grandi diventano strategiche.
Sicurezza e prevenzione: come un ascensore evita lo schianto
Dal fronte istituzionale arriva una spiegazione tecnica che aiuta a comprendere la dinamica e perché non si sia arrivati allo schianto. Il portavoce del Servizio pubblico federale per l’economia, Lien Meurisse, ricorda i principi base di progettazione: “Gli ascensori sono progettati in modo tale da non poter precipitare di diversi piani. C’è un cavo a un’estremità, un contrappeso all’altra e un dispositivo di sicurezza meccanico in cima con ingranaggi che interviene se l’ascensore precipita troppo rapidamente”. Una macchina, insomma, costruita su ridondanze e sistemi di arresto multipli, dal paracadute meccanico alla frenatura sulla guida.
Resta il contraccolpo emotivo, che spesso è il più difficile da superare. Nel suo racconto, l’uomo sottolinea quanto quell’”attesa sospesa” abbia inciso su di loro: la figlia è rimasta “traumatizzata e anche io di notte non ho chiuso occhio”. La vicenda riaccende l’attenzione su controlli, obsolescenza degli impianti storici e sull’importanza di segnalazioni tempestive da parte dei residenti. Perché se il progetto degli ascensori moderni limita il rischio estremo, la vera barriera resta una manutenzione puntuale: quella che, in questo caso, insieme ai sistemi d’emergenza, ha trasformato un potenziale disastro in una storia di paura finita bene.


