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“Non si è ucciso!”. Andrea, trovato morto in una cella frigorifera: il grido devastante dei genitori

Pubblicato: 30/10/2025 19:13

Si riapre il mistero sulla morte di Andrea Costantini, il 38enne trovato senza vita il 15 settembre all’interno di una cella frigorifera di un supermercato di Termoli, dove lavorava da tempo. Dopo settimane di silenzio, la Procura di Larino ha deciso di aprire un nuovo fascicolo d’indagine, accogliendo la denuncia presentata dall’avvocato Piero Lorusso, legale dei genitori della vittima. La famiglia, infatti, non ha mai creduto all’ipotesi del suicidio.

L’inchiesta e le ipotesi di reato

Il procedimento è stato affidato alla sostituto procuratrice Marianna Meo. “Il fascicolo è aperto contro ignoti e gli inquirenti stanno portando avanti le indagini come avevamo richiesto – ha dichiarato l’avvocato Lorusso – Le ipotesi di reato sono omicidio o istigazione al suicidio. Ci sono varie piste che la Procura sta seguendo”. L’obiettivo è ricostruire gli ultimi giorni di vita di Andrea, anche attraverso indagini difensive. “Era molto spaventato nelle ore precedenti al tragico evento – aggiunge il legale – I genitori si sentivano spesso con lui e sono convinti che non si sarebbe mai tolto la vita. Era un ragazzo sereno, legato al figlio, e non avrebbe mai compiuto un gesto simile”.

Lorusso ha ricordato che Andrea aveva da poco realizzato il sogno di diventare padre e stava pianificando nuovi progetti. “Aveva appena acquistato un terreno, stava investendo nel suo futuro: comportamenti che non coincidono affatto con chi ha intenzione di suicidarsi”, sottolinea l’avvocato.

I dubbi sulla dinamica e il biglietto ritrovato

Finora non è stata eseguita un’autopsia, ma la famiglia, attraverso il legale, ha chiesto che venga effettuata al più presto. “Non ci sono testimoni diretti dell’evento – spiega Lorusso – in questi casi è il corpo che deve parlare. C’è solo chi lo ha visto poche ore prima, dentro e fuori dal supermercato”.
A lasciare perplessi anche gli elementi della scena del ritrovamento. “È difficile credere che una persona si infligga ferite con una lama per poi chiudersi in una cella frigorifera. È un comportamento anomalo, inconsueto”, osserva il legale. Secondo quanto riferito, oltre alle ferite da taglio sul petto, il corpo mostrava segni compatibili con un possibile strangolamento.

Un ulteriore mistero riguarda un biglietto trovato addosso alla vittima, in cui l’uomo avrebbe scritto di voler porre fine alla propria vita “perché stanco di tutto”. Tuttavia, non è ancora certo che la calligrafia appartenga ad Andrea Costantini. “Ne abbiamo avuto notizia indiretta – conferma Lorusso – il foglio era piegato con cura, inserito in una busta di plastica nella tasca posteriore dei pantaloni”. La famiglia ora chiede soltanto una cosa: “Il desiderio dei genitori di Andrea è accertare la verità, qualunque essa sia”, conclude l’avvocato.

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Ultimo Aggiornamento: 30/10/2025 19:15

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