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Ponte sullo Stretto, la furia di Matteo Salvini: “La casta giudiziaria non ci fermerà”

Pubblicato: 30/10/2025 07:42

Matteo Salvini non arretra di un passo. Dopo la decisione della Corte dei Conti di non concedere il visto di legittimità al progetto del Ponte sullo Stretto, il ministro delle Infrastrutture attacca duramente parlando di un “danno gravissimo per cittadini e imprese” e di un’azione che rischia di “bloccare il futuro del Sud”. In un’intervista al Corriere della Sera definisce quella dei magistrati contabili una “sentenza politica”, assicurando però che “la casta giudiziaria non fermerà il diritto di milioni di italiani ad avere sviluppo e lavoro”.
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Secondo Salvini, la decisione della Corte è “un colpo basso contro un’opera strategica” e rappresenta “l’ennesima prova di un sistema che si oppone al cambiamento”. Il ministro rivendica che il progetto del ponte è pronto a partire, con finanziamenti stanziati e contratti già firmati, e denuncia “un tentativo di sabotaggio burocratico” che mette a rischio migliaia di posti di lavoro. “Non è solo un ponte – spiega – ma un simbolo di unità nazionale e orgoglio italiano, un’opera che renderà finalmente il Sud protagonista”.

Le accuse di Salvini alla magistratura contabile

Salvini punta il dito contro quella che definisce “una minoranza di potere che usa la burocrazia come arma politica”. Nelle sue parole, la magistratura contabile avrebbe agito “oltre le proprie competenze”, sostituendosi al Parlamento e al Governo. “Non spetta ai giudici decidere se un’opera è strategica o meno. Spetta alla politica, cioè ai cittadini”, ha detto il leader della Lega, ricordando che il progetto era stato già approvato in sede di Consiglio dei ministri e inserito tra le priorità nazionali.

Il ministro parla anche del danno economico per le imprese coinvolte, molte delle quali avevano già avviato i lavori preparatori. “Ogni giorno perso costa milioni. La Corte dei Conti dovrà spiegare ai lavoratori e agli imprenditori perché si vuole bloccare un investimento che porta sviluppo”. Salvini assicura che il governo valuterà tutte le vie legali e amministrative per superare lo stop, ribadendo che “il Ponte sullo Stretto si farà, con o senza il consenso di chi non vuole il progresso”.

Un segnale politico

Il leader leghista trasforma così la vicenda in una battaglia identitaria, simbolo dello scontro tra politica e poteri di controllo. Il messaggio è chiaro: il governo intende andare avanti, anche a costo di uno scontro istituzionale. “Non accetteremo diktat – dice Salvini – da chi pensa che il Sud debba restare isolato”. Parla di “una sfida per la libertà di decidere e per la sovranità democratica”, evocando la necessità di “una riforma che limiti l’abuso di potere di chi blocca tutto in nome della prudenza”.

Per il ministro, lo stop al progetto non fermerà l’impegno del governo. “Ci sono milioni di italiani che credono in quest’opera. Non ci fermeremo, andremo fino in fondo. Il ponte si farà, e sarà il più bello del mondo”. Salvini chiude l’intervista con un tono di sfida, trasformando il caso in un terreno di battaglia politica che attraversa il governo, le opposizioni e i poteri di controllo dello Stato.

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Ultimo Aggiornamento: 30/10/2025 12:05

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