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Separazione delle carriere, il Senato approva in via definitiva

Pubblicato: 30/10/2025 12:34

Un lungo applauso ha attraversato l’Aula di Palazzo Madama, con i senatori della maggioranza tutti in piedi, mentre sul tabellone apparivano i numeri del voto finale: 112 sì, 59 no e 9 astensioni. Con questa votazione, la riforma che introduce la separazione delle carriere tra magistratura requirente e magistratura giudicante ottiene il via libera definitivo, completando il suo quarto e ultimo passaggio parlamentare, come previsto dalla Costituzione.

La seduta si era aperta con l’accertamento del numero legale disposto dal presidente Ignazio La Russa, passaggio che ha confermato la presenza necessaria per procedere alla votazione.

La riforma, voluta dal governo e sostenuta da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, prevede la creazione di due distinti Consigli superiori, uno per i pubblici ministeri e uno per i giudici, con percorsi di carriera separati e non più interscambiabili. Una modifica che segna un cambiamento profondo nell’assetto della magistratura italiana, finora caratterizzata da un sistema unico.

Al momento dell’approvazione, la soddisfazione è esplosa tra i banchi della maggioranza: baci, abbracci e strette di mano. Tra i protagonisti della celebrazione il ministro della Giustizia Carlo Nordio, presente durante tutta la seduta, accolto dai complimenti dei membri del governo tra cui Ciriani, Calderoli, Zangrillo, Santanché e Musumeci.

Per l’opposizione, che ha votato compatta contro o si è astenuta, la riforma rischia di indebolire l’autonomia della magistratura e compromettere il principio di equilibrio tra poteri dello Stato. Critiche respinte dalla maggioranza, che rivendica invece una misura necessaria per garantire imparzialità e terzietà nei processi.

Ora, come previsto dall’articolo 138 della Costituzione, la riforma potrà essere sottoposta a referendum confermativo qualora ne faccia richiesta un quinto dei membri di una Camera, cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.

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