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“Sono indagati”. Morte Matilde Lorenzi, colpo di scena nelle indagini: cosa succede

Pubblicato: 30/10/2025 19:15
morte matilde lorenzi due indagati

A un anno dalla tragedia in Val Senales, emergono sviluppi decisivi sull’inchiesta per la morte della sciatrice Matilde Lorenzi, deceduta il 28 ottobre 2024 in ospedale, il giorno dopo una caduta durante un allenamento. L’anticipazione del “Corriere della Sera” ha trovato conferma nella Procura di Bolzano, che in una nota ufficiale ha reso noto l’iscrizione di due indagati in relazione all’allenamento di slalom gigante sulla pista Grawand G1 del comprensorio Alpin Arena Senales.

Secondo la comunicazione della Procura, risultano iscritti nel registro “il responsabile della sicurezza sulle piste da sci e degli impianti di risalita del comprensorio sciistico “Alpin Arena Senales” e l’allenatore e preparatore della pista di allenamento di slalom gigante denominata Grawand G1, sulla quale si stava allenando Matilde Lorenzi“. Un passaggio che sposta il baricentro dell’indagine sul tema della sicurezza in pista e dell’eventuale adeguatezza dei presìdi a bordo tracciato.

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Due indagati e il nodo sicurezza sulle piste

Nel medesimo documento l’ufficio inquirente precisa di aver “acquisito l’intero fascicolo della Procura federale FISI, concluso con provvedimento di archiviazione per l’assenza di condotte antisportive da parte di soggetti tesserati FISI in occasione del tragico evento che ha colpito l’atleta Matilde Lorenzi“. Dunque, nessuna violazione sportiva accertata in sede federale, ma l’indagine penale prosegue sul versante delle eventuali responsabilità colpose.

La Procura di Bolzano ricostruisce anche l’iter: il procedimento “era passato già nel febbraio 2025 a registro noti”, dopo il deposito di una memoria delle persone offese (i familiari) corredata da due consulenze tecniche e dalla videoregistrazione della dinamica. Una perizia medico-legale sostiene che, “alla luce della documentazione sanitaria già acquisita, la morte della sciatrice non è stata causata dalla caduta lungo il tracciato ma dal successivo impatto contro il margine rialzato della pista”; la seconda relazione, di taglio tecnico, richiama possibili misure di sicurezza omesse che avrebbero potuto impedire l’evento.

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L’incidente probatorio e le perizie del Gip

È in corso l’incidente probatorio, richiesto dalla Procura e celebrato nel contraddittorio di tutte le parti con i rispettivi consulenti. Il Gip ha nominato due periti con un duplice mandato: “verificare se la causa del decesso sia da determinarsi a seguito della prima iniziale caduta dell’atleta lungo il tracciato o dal successivo impatto contro il margine della pista; nonché di accertare eventuali profili colposi in relazione all’omessa rimozione del cordolo a bordo pista o comunque della mancata predisposizione di misure di sicurezza che avrebbero potuto evitare l’evento”. È il cuore tecnico dell’inchiesta, chiamato a chiarire se l’urto contro il bordo abbia avuto un ruolo causale prevalente e se l’allestimento del tracciato rispondesse agli standard richiesti.

Nell’attesa degli esiti peritali, il fascicolo resta focalizzato su tracciatura, presidi di bordo pista, gestione del rischio e catena di responsabilità: dal responsabile della sicurezza all’allenatore-preparatore, ogni scelta operativa sarà vagliata alla luce delle norme e delle buone pratiche del sci alpino. Per la famiglia di Matilde Lorenzi l’obiettivo è una verità processuale capace di spiegare perché un allenamento su una pista di alto livello si sia trasformato in una tragedia. Le risposte dell’incidente probatorio diranno se l’esito fosse evitabile con accorgimenti diversi, e se le condizioni della Grawand G1 e dell’Alpin Arena Senales fossero pienamente conformi. Solo allora si potrà capire se le ipotesi di reato troveranno riscontro e quale profilo di colpa – se accertato – potrà essere contestato.

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