
È ufficiale: la nuova Juventus di Luciano Spalletti è pronta a partire. Questa mattina il tecnico toscano ha varcato i cancelli della Continassa per firmare il contratto che lo legherà ai bianconeri fino a giugno, con una clausola di rinnovo automatico in caso di qualificazione alla Champions League. Una formula che non convince tutti, ma che segna comunque l’inizio di una nuova era.
Un nuovo inizio per la Juventus
La prima domanda che si fanno tutti i tifosi è semplice: come giocherà la Juve di Spalletti? L’ex Ct azzurro non è un dogmatico: nella sua carriera ha alternato difesa a tre e a quattro, adattando il modulo alle caratteristiche dei suoi giocatori. Con Roma, Inter e Napoli ha spesso scelto il 4-2-3-1 o il 4-3-3, due sistemi che restano anche oggi le opzioni più probabili.
In questa fase iniziale dovrà fare a meno di Bremer e Cabal, ma l’idea resta quella di un calcio verticale, aggressivo e organizzato. Spalletti basa sempre i suoi progetti su due principi: la concentrazione mentale e il ruolo del regista. La prima è una questione di atteggiamento, la seconda di equilibrio tattico. Nei suoi club precedenti ha affidato il ruolo chiave a giocatori come Pjanic, Brozovic e Lobotka.
Locatelli al centro del progetto
Alla Juventus questo compito potrebbe spettare a Manuel Locatelli, che Spalletti non aveva convocato per l’ultimo Europeo perché “un po’ troppo conservativo per dove sta andando il ruolo”. Ora le loro strade si incrociano di nuovo, e il tecnico potrebbe trasformarlo nel suo nuovo De Rossi.

Il centrocampo come motore della squadra
Qualsiasi modulo scelga — 4-2-3-1 o 4-3-3 — il cuore della Juve sarà il centrocampo. In coppia con Thuram, Locatelli può garantire equilibrio e dinamismo. Se invece Spalletti opterà per un 4-3-3, l’italiano agirà davanti alla difesa con Thuram e Koopmeiners come mezzali.
Nuove energie e vecchi legami
Proprio Koopmeiners potrebbe essere uno dei protagonisti di questa rivoluzione: Spalletti lo aveva già richiesto ai tempi del Napoli. Anche McKennie potrebbe tornare centrale per la sua capacità d’inserimento e per la duttilità tattica che il tecnico apprezza da sempre nei suoi giocatori. Il ritmo alto, marchio di fabbrica di Spalletti, sarà la chiave del nuovo corso bianconero.

Yildiz, Vlahovic e il nuovo tridente
Nel reparto offensivo l’unico intoccabile sembra essere Kenan Yildiz, sempre più centrale nel progetto juventino. Il giovane turco partirà da sinistra nel tridente, con Conceição sull’altra fascia e Vlahovic al centro. Il serbo, reduce da una prestazione convincente contro l’Udinese, appare oggi in vantaggio su David e Openda, con quest’ultimo adattabile anche da esterno.
Un progetto ambizioso
Resta da capire se la rosa, con solo tre veri esterni offensivi, riuscirà a reggere un tridente per l’intera stagione. Zhegrova è ancora un’incognita, e il turnover sarà inevitabile. Ma da domenica sera, con la sfida dello Zini contro la Cremonese, i primi segnali saranno già visibili. Spalletti ha intenzione di cambiare tutto un po’ alla volta, ma una cosa è certa: vuole una Juve capace di pressare, costruire e comandare il gioco.
A Torino si respira aria di cambiamento. La rivoluzione Spalletti parte da idee chiare e da una mentalità offensiva, pronta a riportare la Juventus ai vertici del calcio italiano. Il viaggio è appena cominciato, ma la direzione è tracciata.


