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“Tutti e 3 in procura”. Garlasco, la decisione arrivata ora: “Nelle prossime ore”

Pubblicato: 30/10/2025 13:44

Andrea Sempio ora ha paura. Non tanto per il delitto di Chiara Poggi, per il quale continua a proclamarsi innocente, quanto per la vicenda giudiziaria del 2017 che torna oggi a perseguitarlo. In quell’anno, infatti, l’indagine sull’archiviazione del suo caso portò il procuratore Mario Venditti a finire nel registro degli indagati per corruzione in atti giudiziari, ipotesi secondo cui si sarebbe fatto corrompere proprio da Sempio per scagionarlo.

Nelle prossime ore verranno ascoltati i suoi tre avvocati difensoriMassimo Lovati, Simone Grassi e Federico Soldani — per ricostruire il giro di 60mila euro che i genitori di Sempio sostengono di aver consegnato ai legali. L’obiettivo, secondo l’accusa, sarebbe stato quello di “ottenere le carte” di un fascicolo secretato e identificare le persone che avrebbero passato documenti riservati.

Secondo l’informativa dei carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, il nome di Federico Soldani è centrale nell’inchiesta. Gli investigatori parlano di lui come del “denominatore comune” del presunto giro di denaro e di atti giudiziari. In base alle prime intercettazioni, Soldani avrebbe intrattenuto rapporti con Silvio Sapone, ex responsabile della polizia giudiziaria della procura di Pavia, ricevendo contanti per ottenere i documenti segreti.

A gettare nuova luce sulla vicenda è stato Luciano Garofano, generale dei carabinieri in congedo ed ex consulente di Sempio. Ascoltato lo scorso 2 ottobre, Garofano ha dichiarato di aver avuto “esclusivi contatti con l’avvocato Soldani” e di aver ricevuto da lui, l’11 gennaio 2017, una prima parte della documentazione riservata. Si trattava di elaborazioni relative al materiale genetico estratto dai margini ungueali di Chiara Poggi, poi confluite nella relazione peritale del professor Francesco De Stefano durante l’appello bis ad Alberto Stasi.

Garofano ha inoltre riferito che, il 27 gennaio successivo, ricevette una nuova mail da Soldani con la richiesta di comparare il profilo genetico del tampone effettuato su Sempio con quello ottenuto dal materiale acquisito da una società investigativa privata. Secondo il consulente, la comparazione confermò l’esatta corrispondenza del cromosoma Y, elemento che torna ora sotto esame degli inquirenti.

Le dichiarazioni di Garofano avrebbero di fatto “scaricato” il legale Soldani, contribuendo a rafforzare l’ipotesi di un traffico di documenti giudiziari riservati e di una gestione opaca dei fondi destinati alla difesa. Gli investigatori vogliono capire se la documentazione sia stata ottenuta in modo illecito e se vi sia stata una violazione del segreto istruttorio.

Nel mirino della procura finiranno anche altri nomi eccellenti. Gli inquirenti intendono infatti ascoltare la pm Giulia Pezzino, che nel 2017 seguiva il fascicolo su Sempio insieme a Venditti, e Laura Barbaini, allora sostituto procuratore a Milano, nota per aver portato alla condanna di Alberto Stasi nel 2015 e per aver trasferito, due anni dopo, il fascicolo a Brescia.

In quell’occasione, il legale di parte civile Gian Luigi Tizzoni avrebbe avuto accesso agli atti, elemento oggi ritenuto cruciale per comprendere come le carte segrete siano finite nelle mani sbagliate. L’inchiesta si allarga e si parla ormai di una vera e propria “indagine nell’indagine”.

Il cerchio attorno a Sempio si stringe, mentre la vicenda del delitto di Garlasco torna al centro dell’attenzione mediatica. Tra nuovi interrogatori, comparazioni genetiche e sospetti di corruzione, il destino giudiziario di Andrea Sempio appare sempre più incerto.

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