
Svolta nelle indagini sull’omicidio di Alessandro Coatti, il ricercato italiano ucciso e fatto a pezzi sei mesi fa in Colombia. Dopo mesi di ricerche e accertamenti, la Polizia e la Procura di Santa Marta hanno arrestato l’uomo che avrebbe adescato e ingannato il biologo: si tratta di Uber Etilvio Torres García, ora in custodia cautelare con l’accusa di omicidio aggravato. Con lui salgono a sette gli arresti totali legati al delitto.
Il corpo di Coatti era stato ritrovato in più punti della città, smembrato e nascosto in valigie e sacchi di plastica. La scoperta aveva sconvolto la comunità locale, dando inizio a un’indagine complessa che ha permesso di ricostruire i movimenti della vittima nelle ore precedenti la morte e di individuare i presunti responsabili del brutale assassinio.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, il biologo era stato attirato in una trappola tramite un’app di incontri. L’invito era arrivato da un profilo fasullo che lo aveva convinto a fissare un appuntamento nel Parque de los Enamorados, il “Parco degli Innamorati”, nel centro di Santa Marta. Da lì, la vittima e il suo adescatore sarebbero stati ripresi dalle telecamere di sorveglianza mentre camminavano lungo il lungomare, prima di salire su un taxi diretto al quartiere El Pando.
È proprio in quella zona che Coatti sarebbe stato stordito, derubato e successivamente ucciso. Le indagini hanno rivelato che l’obiettivo del gruppo criminale era derubare lo straniero, ma la situazione sarebbe degenerata fino al tragico epilogo. L’uso di sostanze narcotiche per immobilizzare la vittima è uno degli elementi su cui gli investigatori si stanno concentrando.
Il nuovo arrestato, Uber Torres García, è stato individuato lo scorso lunedì mentre assisteva a una partita di calcio nel quartiere Las Vegas di Santa Marta. Al momento del fermo, indossava ancora gli stessi vestiti ripresi dai video di sorveglianza la notte del delitto, un dettaglio che ha contribuito a confermare la sua identificazione.
I primi arresti risalgono al 21 giugno scorso, quando la polizia aveva fermato tre ragazzi e una ragazza, tutti poco più che ventenni, tra Medellín e il comune di Arjona, nel dipartimento di Bolívar. Successivamente, altri membri della banda sono stati individuati a Bogotá e a Santa Marta, in una rete criminale che sembra agire stabilmente nel circuito del turismo e degli incontri online.
Le autorità colombiane ritengono che il gruppo operasse con un modus operandi ben definito: attirare le vittime straniere, somministrare sostanze narcotiche, rapinarle e poi sbarazzarsi dei corpi per cancellare ogni traccia. Nel caso di Coatti, però, la violenza si sarebbe spinta a un livello mai visto nella regione.
Fonti locali hanno riferito che, da oltre dieci anni, Santa Marta non era teatro di un omicidio così efferato. Dal 2011 non si registrava un caso di smembramento e occultamento del corpo in più punti della città. L’uccisione di Alessandro Coatti ha quindi segnato un precedente inquietante per una zona tradizionalmente legata al turismo internazionale.
Mentre la Procura prepara il processo per i sette arrestati, resta il dolore per la sorte di un giovane italiano che aveva lasciato il Paese per cercare una nuova vita all’estero. Il caso di Alessandro Coatti è diventato simbolo della vulnerabilità dei cittadini stranieri nei contesti più pericolosi dell’America Latina, ma anche della determinazione delle autorità a fare giustizia per una vittima lontana da casa.


