
Dopo l’esonero di Igor Tudor c’è un altro tecnico che trema. L’allontanamento dell’allenatore croato e l’arrivo di Luciano Spalletti potrebbero essere seguiti da un altro scossone in serie A. Dentro o fuori per Stefano Pioli: Fiorentina-Lecce di domenica appare come l’ultima chiamata. Due mesi fa nessuno immaginava un simile bivio, ma la realtà della Serie A è impietosa: Viola penultimi, soli 4 punti, zero vittorie dopo nove gare. Il margine d’errore è azzerato e il futuro del tecnico passa da questi novanta minuti.
La crisi è nata tra risultati deludenti e un gioco che non decolla. Le cadute interne con Napoli e Como hanno incrinato la fiducia; poi i passi falsi con Pisa, Roma, Milan, Bologna e Inter hanno certificato il crollo. Ora il Lecce è la linea del Piave: vincere o salutare.

Ultima spiaggia per Pioli: chi potrebbe arrivare in caso di esonero
Il clima estivo si è dissolto: entusiasmo svanito, mormorii crescenti, classifica pesante. Un successo può rimettere in moto il gruppo e blindare, almeno per ora, la panchina. Un altro inciampo, invece, potrebbe chiudere l’avventura del tecnico a Firenze, aprendo una nuova fase.
Intanto rimbalzano i nomi dei possibili eredi. In prima fila Paolo Vanoli, poi Daniele De Rossi e Thiago Motta: profili capaci, sulla carta, di dare una scossa immediata. La società però, almeno pubblicamente, continua sulla linea della fiducia e chiede compattezza.

I numeri che fanno paura e l’incubo retrocessione
Quattro punti in nove giornate, nessuna vittoria, appena sette gol segnati e quindici subiti: è la peggior partenza della storia viola, con la difesa più perforata del campionato. Una fotografia che racconta una squadra penultima e virtualmente in zona retrocessione, nonostante le parole di sostegno di Rocco Commisso.
Nonostante tutto, Pioli predica calma e crede nella rimonta. Contro il Lecce la certezza davanti è Kean, chiamato a incidere; restano dubbi su Gosens e Gudmundsson, valutati giorno per giorno. Serviranno ritmo, aggressività e lucidità nelle scelte nell’ultimo terzo.
Se arrivasse un’altra battuta d’arresto, la dirigenza è pronta a intervenire. Il nome più caldo resta Vanoli, già sondato. Sullo sfondo Thiago Motta e De Rossi, alternative che assicurerebbero identità e intensità. La decisione dipenderà anche dalla risposta del gruppo.
Il Franchi proverà a spingere: serve una prova d’orgoglio contro un Lecce solido e verticale. La gara è uno spartiacque: ritrovare equilibrio tra i reparti, proteggere l’area, alzare la qualità dell’ultimo passaggio. Per la Fiorentina non ci sono alibi: contano solo i tre punti.
Sul Corriere dello Sport Alberto Polverosi scrive: “Vita o morte (del pallone) a Firenze. Parole di Daniele Pradè dopo lo 0-3 di San Siro pensando a Fiorentina Lecce di domenica pomeriggio. Vita o morte a cui aggiungiamo beffa, dura, atroce, inimmaginabile. La beffa di festeggiare (verbo che andrebbe in quel caso rovesciato) il centenario con la squadra in B e con le gru nello stadio. No, questo non si può nemmeno pensare, andrebbe oltre la più malefica immaginazione. Ma una cosa deve essere chiara al presidente, ai direttori, all’allenatore e soprattutto ai giocatori: tutti voi rischiate davvero la Serie B. E se l’intera Fiorentina non ne prende coscienza può essere la fine”.


