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“Da pestare a sangue”. Garlasco, insulti shock a Lovati in diretta: Milo Infante gelato

Pubblicato: 31/10/2025 08:18

Nel caso del delitto di Garlasco, la tensione non si ferma alle aule di tribunale ma si estende ai rapporti tra i professionisti che negli anni hanno seguito la difesa di Andrea Sempio, uno dei nomi rimasti a lungo nell’ombra dell’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi. A riaccendere lo scontro è stata una nuova puntata del programma televisivo “Ore 14”, condotto da Milo Infante su Rai 2, che ha intercettato fuori dal suo studio l’avvocato Federico Soldani, in passato legale di Sempio insieme ai colleghi Massimo Lovati e Simone Grassi.

Nel video, Soldani appare visibilmente irritato e si lascia andare a parole durissime nei confronti dell’ex collega. «Tu vai a dire al mondo come ti pagano i tuoi clienti in un processo penale? Tu sei malato!», esclama, riferendosi a Lovati. E, con tono ancora più acceso, aggiunge: «Ma Lovati è proprio uno da pestare a sangue. Io non posso neanche chiamarlo per dirglielo». L’audio cattura l’esasperazione del penalista, esasperato dalle accuse e dalle indiscrezioni circolate in merito ai compensi ricevuti.

Dietro la porta dello studio si sente una seconda voce, quella di un interlocutore che commenta la vicenda: «Quando l’ho sentito gli ho detto “io non ci credo che stai dicendo una roba del genere”. Non ci credevo. Ci hanno sparato addosso tanta di quella m****». La replica di Soldani è secca: «Meglio non parlare con nessuno». Parole che restituiscono un clima di forte tensione e di reciproca diffidenza tra gli avvocati coinvolti.

Raggiunto poi dall’inviata di Rai 2, Soldani ha preferito non entrare nel merito della vicenda. «Per me è importante non parlare», ha dichiarato. «Io parlo se mi viene chiesto dalla magistratura e non ai giornalisti». Riguardo alle presunte somme “in nero” che sarebbero state versate dalla famiglia Sempio, l’avvocato ha precisato: «Questo lo hanno detto gli altri, non io. Non dico niente, non dico che è vero o no». Poi, quasi a voler archiviare ogni insinuazione, ha aggiunto: «Chi se ne frega di quello che è stato detto, uno può anche dire che ho ucciso qualcuno dietro l’angolo. Non è vero».

Il legale non ha risparmiato una nuova stoccata al collega: «Lovati può dire quello che vuole, se beve prima di andare in trasmissione non è colpa mia». E ha ribadito di voler rispondere soltanto «agli organi giudiziari, non ai giornalisti». Il tono difensivo e la chiusura alla stampa fanno emergere il nervosismo di chi si trova ora al centro di un vortice mediatico e giudiziario.

Le dichiarazioni arrivano mentre la Procura di Brescia prosegue le indagini sul presunto sistema di corruzione che avrebbe coinvolto Giuseppe Sempio, padre di Andrea, e l’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti. L’ipotesi investigativa è che Sempio senior abbia “orchestrato” un pagamento in denaro per ottenere l’archiviazione del figlio nel 2017, quando Andrea era stato accostato all’indagine sul delitto di Garlasco senza mai essere formalmente accusato.

Gli inquirenti avrebbero trovato, nella casa dei Sempio, un appunto inquietante: la frase “Venditti gip archivia x 20.30 Euro”, accompagnata da movimenti bancari sospetti e prelievi in contanti. Le indagini hanno inoltre documentato conversazioni che parlano della “necessità di pagare quei signori lì” con modalità non tracciabili, rafforzando l’ipotesi di un accordo illecito.

Nei prossimi giorni la Procura ascolterà come testimoni proprio gli avvocati Lovati, Soldani e Grassi, che avevano difeso Andrea Sempio nel 2017. Secondo gli investigatori, i compensi ricevuti dai legali potrebbero rappresentare il prezzo della presunta corruzione, e saranno oggetto di un’analisi dettagliata sui flussi di denaro.

Intanto, la difesa di Lovati ha già annunciato che il proprio assistito non si avvarrà del segreto professionale e fornirà piena collaborazione agli inquirenti. Un gesto che potrebbe contribuire a fare chiarezza su un capitolo oscuro di una vicenda che, a distanza di anni dal delitto di Garlasco, continua a intrecciare giustizia, scandali e rancori personali.

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