
In un contesto internazionale sempre più complesso e instabile, il tema della sicurezza europea torna prepotentemente al centro del dibattito politico. Le recenti dichiarazioni del ministro della Difesa, Guido Crosetto, ad Ascoli Piceno, offrono un quadro chiaro delle preoccupazioni e delle prospettive italiane sul ruolo dell’Europa nella difesa comune. “Dopo 70 anni, come diciamo da tempo, l’Europa dovrà prendere in mano la propria sicurezza”, ha affermato il ministro, riferendosi al progressivo disimpegno delle truppe americane dal fianco Est del continente, una scelta che implica significativi cambiamenti strategici per i Paesi membri della NATO.
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Il richiamo delle truppe americane
La decisione degli Stati Uniti di ridurre la propria presenza militare in alcune aree dell’Europa orientale segna un punto di svolta nella politica di sicurezza continentale. Crosetto ha sottolineato come questa riduzione non rappresenti una sorpresa per l’Italia: “Lo dico da tre anni – ha ricordato il ministro – sono contento che finalmente qualcuno lo percepisca. Gli americani, lentamente col tempo, si disimpegneranno dall’Europa lasciando soltanto un piccolo contingente rispetto a quello che hanno adesso perché vogliono che l’Europa si occupi della propria sicurezza”.
Il richiamo parziale delle truppe Usa comporta non solo un ridimensionamento numerico, ma anche un cambiamento strategico nella gestione delle emergenze militari, nella pianificazione della difesa e nella distribuzione delle responsabilità tra gli Stati membri. La sfida per l’Europa diventa quindi duplice: da un lato garantire la protezione dei confini orientali, dall’altro rafforzare le capacità autonome di deterrenza e risposta rapida.

La responsabilità dell’Europa
Secondo Crosetto, il disimpegno americano rappresenta un segnale chiaro: l’Europa deve assumersi un ruolo più attivo nella propria difesa. Questo comporta investimenti significativi in tecnologia militare, modernizzazione delle forze armate nazionali e coordinamento tra i Paesi membri della NATO. L’Italia, in quanto Paese chiave del Mediterraneo e membro fondatore dell’Alleanza, è chiamata a fare la sua parte, rafforzando la cooperazione sia sul piano bilaterale sia attraverso iniziative europee comuni.
Il ministro ha pronunciato queste parole a margine di un Giuramento di Ferma, un momento simbolico che celebra l’impegno dei militari italiani nel servizio nazionale. Il richiamo alle responsabilità europee diventa così anche un invito a valorizzare il contributo delle forze armate italiane all’interno di un contesto internazionale in evoluzione.

Le sfide future
Il nuovo scenario richiede un approccio multilivello: dall’integrazione delle politiche di sicurezza e difesa europee alla creazione di strumenti comuni per il monitoraggio e la prevenzione delle crisi. L’Europa si trova a un bivio strategico: continuare a fare affidamento sugli alleati storici, o sviluppare una difesa autonoma e sostenibile che possa affrontare minacce crescenti senza dipendere esclusivamente dagli Stati Uniti.
Crosetto ha sottolineato come il processo sia inevitabile e necessario. La riduzione della presenza americana è vista come un incentivo a consolidare capacità operative comuni, investire in nuove tecnologie e preparare le future generazioni di militari e dirigenti europei a gestire scenari complessi. L’obiettivo finale, secondo il ministro, è chiaro: un’Europa capace di tutelare la propria sicurezza, proteggere i propri cittadini e contribuire in maniera credibile alla stabilità globale.


