
Ogni giorno milioni di persone bevono acqua in bottiglie di plastica senza pensare ai possibili rischi per la salute. In una società dove la comodità spesso prende il sopravvento sulla consapevolezza, il gesto semplice di aprire una bottiglia può nascondere conseguenze che pochi considerano. L’infettivologo Matteo Bassetti ha scelto di affrontare proprio questo tema, evidenziando con parole chiare e immagini forti i pericoli legati al consumo abituale di bottiglie di plastica e alle microplastiche che esse possono rilasciare.
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Secondo l’esperto, la minaccia non è tanto nell’acqua contenuta nelle bottiglie, quanto nel contenitore stesso e nelle condizioni di stoccaggio a cui è sottoposta prima di arrivare sulle nostre tavole. L’analisi di Bassetti, pubblicata in un video sui suoi canali social, mette in luce aspetti poco noti: buona parte dell’acqua in bottiglia, spiega, proviene dal rubinetto, con eventuali filtri per migliorarne il sapore. Tuttavia, la plastica che la contiene può contaminare il liquido durante il tempo di conservazione, mediamente compreso tra uno e cinque anni, spesso in piazzali esposti al sole.
Il rischio delle microplastiche
Il problema principale, sottolinea Bassetti, è il rilascio di microplastiche quando la plastica è esposta ad alte temperature. “Particelle di plastica arrivano anche all’interno dell’acqua”, afferma l’infettivologo, facendo emergere un rischio invisibile ma concreto. Con un consumo quotidiano, l’accumulo può diventare significativo: l’esperto paragona l’ingestione settimanale di queste particelle a quella di una carta di credito, un’immagine forte che cattura immediatamente l’attenzione.

Le microplastiche, una volta nell’organismo, non sono inerti. Come spiega Bassetti, possono provocare infiammazioni croniche, alla base di diverse patologie. L’uso costante di bottiglie di plastica diventa quindi un fattore di rischio silenzioso, che molti ignorano nel contesto di una routine quotidiana apparentemente innocua.
Le alternative più sicure
Pur riconoscendo che fuori casa è spesso difficile evitare la plastica, Bassetti invita a riflettere sulle abitudini domestiche: l’acqua del rubinetto, con o senza filtro, rappresenta una soluzione semplice e sicura. Un’alternativa ancora migliore è l’utilizzo di bottiglie in vetro, che non rilasciano microplastiche e proteggono la salute dell’organismo. “Non usiamo le bottigliette di plastica tutti i giorni della nostra vita anche a casa”, insiste l’esperto, sottolineando l’importanza di scelte consapevoli per ridurre l’esposizione a sostanze potenzialmente dannose.

Consapevolezza e salute pubblica
Il messaggio di Bassetti va oltre l’informazione tecnica: è un invito a modificare comportamenti diffusi e apparentemente innocui, valorizzando la consapevolezza individuale. L’attenzione al materiale delle bottiglie, al modo in cui l’acqua viene conservata e alle alternative disponibili può avere un impatto significativo sulla salute a lungo termine.
In un mondo dove le microplastiche sono presenti in aria, cibo e acqua, il richiamo a scelte più sicure diventa fondamentale. Ridurre il consumo di bottiglie di plastica non è solo una questione ambientale, ma una vera e propria misura di prevenzione sanitaria. Bassetti conclude con un monito chiaro: privilegiare vetro o acqua di rubinetto significa proteggere l’organismo dall’infiammazione cronica e dalle conseguenze che essa comporta, mantenendo uno stile di vita più sano e consapevole.


