
La Monarchia britannica è stata scossa da una decisione di portata storica: la rimozione ufficiale del titolo del Principe Andrea, Duca di York, da parte di Re Carlo III. Questo passo drastico segue l’esclusione di Andrea da tutti gli incarichi di rappresentanza e la privazione dei gradi militari, ma si intensifica con l’ordine di lasciare la sua residenza, la Royal Lodge, dove risiede con l’ex moglie Sarah Ferguson.
Il giornalista e scrittore Vittorio Sabadin, autore di Elisabetta, l’ultima regina e Carlo. Il principe dimenticato, ha commentato la notizia in un’intervista, definendo l’atto di Re Carlo “una decisione senza precedenti ma inevitabile”. Secondo Sabadin, si trattava dell’unica mossa possibile in una situazione così difficile per “salvare la monarchia britannica che non era mai stata così in difficoltà”. La decisione del Sovrano è stata rafforzata anche dalla spinta del Principe William, che è sempre stato fermamente favorevole a un allontanamento totale del Principe Andrea dalla famiglia reale.
La salvaguardia dell’istituzione monarchica
La scelta di Re Carlo III è motivata da una chiara necessità di salvaguardare l’istituzione monarchica stessa. La decisione è stata accompagnata da un comunicato ufficiale in cui la Casa Reale ha voluto esprimere la propria “massima solidarietà” rivolta “alle vittime e ai sopravvissuti di ogni forma di abuso”. Sabadin ha confermato che la condanna verso i reati di abuso è sempre stata esplicita da parte della Famiglia Reale, ma l’atto compiuto da Carlo è principalmente una “presa di posizione a salvaguardia dell’istituzione monarchica”.
Re Carlo ha compreso che l’inerzia avrebbe esposto la monarchia ad “attacchi su numerosi fronti”. Con l’allontanamento ufficiale, il Principe Andrea sarà d’ora in poi attaccato unicamente come singolo individuo, come Andrea Mountbatten Windsor, e non più come Principe o Duca. Egli sarà quindi costretto a rispondere delle sue azioni come un cittadino qualunque, senza lo scudo e le protezioni associate al suo status reale.
Le accuse di abusi e la ricerca disperata di denaro
Il contesto delle accuse che hanno portato all’allontanamento definitivo del Principe Andrea è drammatico. Il riferimento è all’ondata di rivelazioni emerse in relazione alle accuse di abusi sessuali avanzate da Virginia Giuffre, la donna che aveva a suo tempo accettato una transazione extragiudiziale multimilionaria per evitare un processo di risarcimento negli Stati Uniti. Le accuse sono tornate con forza dopo la pubblicazione delle memorie postume della stessa Giuffre, tragicamente morta suicida lo scorso aprile, che contenevano dettagli sugli incontri con il Principe quando lei era minorenne.
Sabadin ha ricordato che il processo di progressivo allontanamento di Andrea era già in corso da tempo, anche sul piano finanziario. Il Re aveva già drasticamente ridotto l’esborso annuale di circa un milione di sterline versato ad Andrea. Il problema centrale del Principe Andrea e dell’ex moglie Sarah Ferguson è sempre stato la “caccia di denaro” per poter mantenere il loro elevato stile di vita.
Questa “ricerca di soldi” è stata, secondo il giornalista, la causa dell’amicizia e della frequentazione con Jeffrey Epstein, l’imprenditore statunitense condannato per abusi sessuali e traffico internazionale di minori. Epstein fu un “grande finanziatore di Ferguson”, una situazione che sarebbe andata avanti per molti anni, e non solo per coprire un debito iniziale contratto da Sarah. La pensione da ex ufficiale di Marina del Principe Andrea, con cui dovrebbe teoricamente vivere, è chiaramente insufficiente a sostenere le loro abitudini.
Il timore delle rivelazioni e lo scenario Harry-Meghan
L’incertezza sul futuro finanziario e personale di Andrea genera il maggiore timore di Re Carlo: che il fratello possa iniziare a guadagnare denaro tramite la pubblicazione di rivelazioni scottanti sulla Famiglia Reale, seguendo l’esempio di Harry e Meghan. Sabadin ha ipotizzato che la maggiore prudenza di Carlo, rispetto alla posizione più drastica di William, fosse proprio volta a prevenire questo scenario.
Il Principe Andrea, data la sua vicinanza alla Corona, è a conoscenza di fatti e confidenze che, se rivelate, costituirebbero un “bel guaio” per la monarchia e avrebbero un “valore enorme” per i media. Per questa ragione, Re Carlo potrebbe ancora cercare di aiutare economicamente il fratello, proprio per evitare che, in una situazione disperata, Andrea sia spinto a prendere decisioni molto negative per l’immagine della Casa Reale.
Il futuro incerto: inchieste e possibile fuga
Secondo Vittorio Sabadin, il peggio per il Principe Andrea “deve ancora arrivare”. Privato di “tutte le sue protezioni”, egli sarà sottoposto a un “vaglio pazzesco”. Si apriranno nuove possibilità di indagini nei suoi confronti, con la possibilità di essere interrogato e persino arrestato in caso di mancata presentazione alle autorità, cosa che in passato si era rifiutato di fare.
Tra le possibilità che si prospettano per il Principe, ora ufficialmente escluso dalla linea di successione, Sabadin ha evocato anche lo scenario di una fuga all’estero, richiamando l’esempio di Juan Carlos, l’ex re di Spagna. Tale esilio potrebbe avvenire “a spese di Carlo senza che nessuno lo sappia”, un’ipotesi che il giornalista ritiene “uno scenario probabile” per gestire la crisi lontano dai riflettori britannici.
Sabadin ha concluso criticando la tempistica della decisione: pur riconoscendo che la Famiglia Reale è tradizionalmente protetta da Parlamento e magistratura inglesi, ha suggerito che Carlo stia affrontando la crisi “a viso aperto”, ma “con un po’ di ritardo”. A suo parere, sarebbe stato preferibile intervenire prima, ma il Re ha agito “non proprio all’ultimo momento, ma quasi, quando è stato costretto” dagli eventi.


