
Nella sede provinciale di Fratelli d’Italia a Parma, in Borgo del Parmigianino, è scoppiata la polemica dopo la diffusione di un video su Instagram in cui si sentono cori con riferimenti al Duce e al repertorio delle camicie nere. Nel filmato, tra inni e grida, compare anche un tricolore sventolato mentre all’interno del locale si riproducono riferimenti alla retorica del passato fascista. Il contenuto ha suscitato immediata reazione da parte delle istituzioni cittadine e del Partito democratico locale, che hanno condannato l’episodio definendolo inaccettabile per il tessuto civile della città.
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La scena e il video
Secondo la registrazione circolata in rete, all’interno della sede del partito si cantano brani e slogan che richiamano apertamente il periodo fascista, con invocazioni che inneggerebbero alla camicia nera. Nel montaggio si vede inoltre una bandiera tricolore sventolata, un elemento che amplifica il valore simbolico del gesto. Il video, condiviso tramite Instagram, è diventato rapidamente oggetto di discussione tra cittadini e opinionisti, creando tensione nell’opinione pubblica locale.

Reazioni del sindaco e del Pd
Le autorità comunali hanno reagito con fermezza: il sindaco ha sottolineato che i principi fondanti della città sono completamente incompatibili con qualunque nostalgia per il regime e ha promesso che Parma non consentirà alcuna forma di retorica autoritaria all’interno del proprio territorio. Dal fronte del Partito democratico locale è arrivata una condanna netta, con il segretario cittadino che ha collegato quei comportamenti a una cultura politica che, a suo avviso, rimane allineata a valori fascisti nonostante i tentativi di presentarsi in chiave moderata. Il Pd ha ribadito l’intenzione di mantenere alta l’attenzione e di contrastare sul piano democratico e civile qualunque tentativo di normalizzazione di simboli e cori d’epoca.
Le implicazioni politiche e sociali
L’episodio riaccende in città il dibattito sull’uso dei simboli storici e sulla responsabilità dei partiti nell’evitare derive nostalgiche. La presenza di cori che richiamano il fascismo in un luogo istituzionale o semi-istituzionale mette in evidenza la distanza tra messaggi di rito e i valori antifascisti che caratterizzano molte comunità locali. La vicenda ha riattivato confronti tra le forze politiche cittadine e sollevato interrogativi su come le sedi dei partiti dovrebbero vigilare sul comportamento dei militanti e degli iscritti per prevenire episodi simili.

Le prospettive e il dibattito pubblico
Il caso, divenuto virale, potrebbe portare a iniziative formali da parte delle autorità locali e a richieste di chiarimenti dai vertici nazionali del partito. A Parma, intanto, la mobilitazione civile non manca: associazioni, rappresentanti istituzionali e cittadini chiedono che si ponga un freno a qualsiasi forma di apologia del fascismo e che si ribadisca la centralità dei valori costituzionali. La diffusione del video su social media ha amplificato la portata dell’episodio, trasformandolo da fatto locale a nodo del dibattito politico nazionale sulla memoria storica e il rispetto dei principi democratici.
In sintesi, quanto avvenuto nella sede di Fratelli d’Italia a Parma rappresenta più di un episodio di cronaca: è un evento che solleva questioni di responsabilità politica, di tutela della memoria costituzionale e di coesione sociale. La reazione del sindaco e del Partito democratico testimonia la sensibilità della città su questi temi e annuncia un confronto pubblico che difficilmente si esaurirà in breve tempo.


