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“Trump? Ecco cosa mi piace di lui”. Giorgia Meloni, la rivelazione a sorpresa nel nuovo libro

Pubblicato: 31/10/2025 10:06

Oltrepassato il terzo anno di mandato, il governo guidato da Giorgia Meloni continua a crescere in longevità, posizionandosi oggi come il sesto governo più lungo della storia italiana dal 1861. Per superare i record precedenti dovrà attendere ancora qualche mese, puntando ai primati storici del quarto e del secondo governo Berlusconi, rispettivamente di 1.287 e 1.412 giorni.

Secondo le previsioni, nella primavera del 2026 Meloni potrebbe superare anche Giovanni Lanza e il terzo governo di Giovanni Giolitti, consolidando il suo ruolo tra i leader più stabili del Paese. Nell’autunno successivo, il governo potrebbe addirittura detenere tutti i primati storici di durata. Come diceva Walter Cronkite: «La verità è sfuggente, stiamo ai fatti».

Il consenso internazionale verso la presidente del Consiglio appare inedito per un leader italiano contemporaneo. Meloni racconta di non aspettarsi una visibilità così ampia, evidenziando la differenza rispetto al passato: «Ho una mentalità un po’ diversa da quella che vedeva come unico ruolo possibile per l’Italia quello di fare lo junior partner di Francia e Germania».

La stabilità politica è stata un fattore determinante nei rapporti internazionali. «Molti primi ministri mi hanno parlato della difficoltà di fare accordi con l’Italia perché, dopo l’ultimo governo Berlusconi, l’interlocutore cambiava troppo spesso. Alcuni, prima d’incontrarlo, non ricordavano più nemmeno chi fosse il presidente del Consiglio».

Meloni ha deciso fin dall’inizio di non fare «la ruota di scorta» dei principali Paesi europei, ponendo temi come il governo dei flussi migratori e la difesa dei confini all’attenzione del Consiglio europeo. L’Italia, secondo la premier, è diventata un Paese capace di guidare e non solo di seguire, guadagnando riconoscimento nel Mediterraneo e in Africa.

Sul fronte interno, i consensi sono ai massimi dal gennaio 2023, pochi mesi dopo l’insediamento del governo. Anche la famiglia osserva da vicino l’attività politica: sua madre Anna segue tutto e reagisce agli insulti sui social e sui media, mentre la figlia Ginevra ha gradualmente compreso l’importanza del ruolo della madre e la responsabilità che comporta.

Il rapporto con Donald Trump ha suscitato dibattiti, ma Meloni lo descrive come un rapporto di amicizia: «Apprezza che parli in modo franco, senza formalismi». Il vicepresidente americano J.D. Vance ha confermato che la Meloni sa essere schietta ma rispettosa nei confronti degli interlocutori.

Sui dazi e sulle relazioni economiche con gli Stati Uniti, la premier ha agito con discrezione e pragmatismo, ottenendo accordi dignitosi senza compromettere il ruolo europeo. Il colloquio con Trump a Washington ha permesso di allineare le posizioni, pur mantenendo saldo il sostegno dell’Europa all’Ucraina.

Infine, sulla guerra in Ucraina, Meloni sottolinea che non si tratta di un conflitto regionale: «È il tentativo di cambiare l’ordine mondiale, sostituendo la forza del diritto con la legge del più forte. Le provocazioni di Putin con i droni nei cieli europei sono test sulla tenuta dell’Alleanza atlantica e sulla credibilità degli Stati Uniti nella Nato».

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