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Khabarovsk, il nuovo sottomarino russo per il drone nucleare Poseidon: perché è un salto strategico

Pubblicato: 01/11/2025 19:42

Il primo varo ufficiale del sottomarino nucleare Khabarovsk segna un passaggio chiave nella corsa globale alle armi strategiche subacquee. L’unità, costruita nei cantieri Sevmash di Severodvinsk, nel nord della Russia, è stata presentata durante una cerimonia alla presenza del ministro della Difesa Andrey Belousov, che ha definito la giornata “un momento importante per il Paese”. Il nuovo battello entra nella flotta con un compito preciso: trasportare e lanciare il drone subacqueo a propulsione nucleare Poseidon, l’arma definita da Mosca come “invincibile”.

Il Khabarovsk è un sottomarino nucleare di nuova generazione, derivato dal progetto Borei, ma profondamente modificato per adattarsi al ruolo di vettore dei droni strategici. Secondo le informazioni disponibili, l’unità avrebbe una lunghezza stimata di oltre 120 metri, un dislocamento superiore alle 10.000 tonnellate e la capacità di operare in immersione per periodi molto più lunghi rispetto ai precedenti modelli, grazie a un reattore nucleare di ultima generazione. Il punto centrale resta però il sistema d’arma: il drone Poseidon, un siluro autonomo di dimensioni eccezionali (circa 20 metri di lunghezza e 100 tonnellate di peso), capace di viaggiare per migliaia di chilometri a grande profondità e trasportare una testata nucleare fino a 100 megatoni.

Impatto geopolitico e strategico

Il varo del Khabarovsk arriva in un momento in cui gli equilibri della deterrenza nucleare stanno cambiando. La Russia intende mostrare che, nonostante le sanzioni occidentali e la guerra in Ucraina, la sua capacità di sviluppare armamenti avanzati non è diminuita. Il sistema Poseidon rappresenta inoltre un’arma “asimmetrica”: non rientra nei trattati classici sul controllo degli armamenti e obbliga la NATO a considerare un nuovo dominio di minaccia, quello subacqueo strategico a lungo raggio.

Secondo analisti militari, il messaggio politico è duplice. Da un lato, Mosca dimostra di poter eludere eventuali scudi missilistici basati su intercettazione aerea o spaziale. Dall’altro, ribadisce la propria dottrina di “deterrenza totale”, che non dipende più solo dai missili balistici intercontinentali ma da un arsenale diversificato e imprevedibile. È un segnale soprattutto agli Stati Uniti, impegnati nel rinnovamento della propria flotta nucleare e nel contenimento del programma sottomarino cinese.

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