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“L’ultima vittoria di Silvio!”. Marta Fascina esplode: cosa succede

Pubblicato: 01/11/2025 15:01
Marta Fascina vittoria Silvio

Definisce l’approvazione della riforma costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati “l’ultima vittoria di Silvio Berlusconi”. Con queste parole, Marta Fascina, deputata di Forza Italia e ultima compagna dello storico leader del centrodestra, commenta in una lunga intervista a Il Giornale quella che considera una conquista storica per la giustizia italiana e per l’eredità politica del fondatore del partito.

Per Fascina, la riforma segna «la fine di un’anomala commistione tra magistrati inquirenti e giudicanti», che per decenni ha privato il sistema giudiziario di «un giudice realmente terzo e imparziale». L’approvazione, aggiunge, «riduce anche l’esasperazione correntizia che continua a influenzare il Consiglio superiore della magistratura nelle nomine, nelle promozioni e nelle sanzioni». Un cambiamento, dunque, che per la parlamentare non rappresenta soltanto un atto legislativo, ma un atto di giustizia morale nei confronti di Berlusconi e della sua lunga battaglia politica contro quella che definì più volte “la magistratura politicizzata”.

Un impegno nel Dna di Forza Italia

Nel corso dell’intervista, Marta Fascina ricorda come la separazione delle carriere sia «nel Dna di Forza Italia», un tema centrale sin dalla nascita del movimento politico nel 1994. «Silvio Berlusconi — spiega — l’ha sempre inserita nei programmi elettorali di ogni campagna, cercando in tutti i modi di realizzarla durante i suoi governi. Ma ogni volta ha trovato ostacoli: da una parte una parte della magistratura ideologizzata, dall’altra alleati troppo timidi».

Per la deputata azzurra, l’attuale approvazione assume quindi il valore di una rivincita politica e personale. «È stata la sua ultima battaglia — racconta — e fu proprio su sua richiesta che la riforma venne inserita nel programma elettorale del centrodestra anche alle ultime elezioni. È grazie a questo impegno che oggi il governo è riuscito a portarla a compimento».

Secondo Fascina, il traguardo ottenuto non è solo la vittoria di un partito, ma la realizzazione di un sogno di riforma liberale che Berlusconi inseguì per tutta la vita.

L’eredità politica di Berlusconi e l’unità del centrodestra

Nel suo intervento, la deputata allarga poi lo sguardo al presente, sottolineando come l’attuale governo si inserisca in una linea di continuità con la visione politica di Berlusconi. «Il fatto che i tre governi di centrodestra più longevi della storia repubblicana — ricorda — siano stati due guidati da Silvio Berlusconi e uno oggi in carica, dimostra la solidità del progetto politico che lui ha creato».

Un centrodestra che, a giudizio di Fascina, rimane una comunità coesa, fondata su valori condivisi e su una visione comune della società. «È il centrodestra che Silvio ha ideato nel 1994 — osserva —, una realtà politica capace di unire anime diverse sotto un ideale di libertà, responsabilità e rispetto per l’individuo».

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Per la deputata, questa continuità è la prova che l’eredità politica di Berlusconi è viva e ancora oggi capace di orientare le scelte di governo, soprattutto sul terreno delle riforme istituzionali e della giustizia.

L’amore, il lutto e la memoria

Nella parte più personale dell’intervista, Marta Fascina si lascia andare a un ricordo intimo del suo legame con Berlusconi, descritto come un dolore ancora aperto. «Dopo la perdita del mio Silvio — confida — vivo un lutto che non può essere superato. È una sofferenza troppo grande, profonda, lacerante per poterla definire o circoscrivere nel tempo».

La parlamentare racconta di portare avanti la propria vita «con la forza della fede» e con il ricordo dei «momenti unici e meravigliosi trascorsi insieme», conservando nella memoria «i gesti, le carezze, gli sguardi e gli abbracci» di un uomo che definisce «straordinario e dal cuore immenso».

Le parole di Fascina restituiscono il ritratto di un dolore privato che si intreccia con la dimensione pubblica della figura di Berlusconi: un leader controverso ma, per lei, irripetibile e insostituibile.

L’auspicio di un riconoscimento postumo

Nel finale, la deputata torna a parlare dell’impegno internazionale del fondatore di Forza Italia, ricordando i suoi tentativi di mediazione diplomatica durante i conflitti del passato e la sua visione di un’Europa protagonista nella costruzione della pace.

«Oggi troppi focolai di guerra infiammano il mondo — osserva — e in momenti come questi si sente la mancanza della sua capacità di dialogo». Da qui l’auspicio che «Silvio Berlusconi meriterebbe, ove ammissibile, il Premio Nobel per la Pace postumo».

Un riconoscimento simbolico, secondo Fascina, che rappresenterebbe non solo l’omaggio a un leader politico, ma anche la consacrazione di una vita spesa per il dialogo, la libertà e la difesa dei valori democratici.

Così, nella visione di Marta Fascina, la riforma costituzionale appena approvata non è solo un passo avanti per la giustizia italiana: è il sigillo politico e morale dell’ultima battaglia di Silvio Berlusconi, un uomo che continua a influenzare la storia del Paese anche dopo la sua scomparsa.

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