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Prato, studente picchiato da cinque coetanei: la spedizione punitiva dopo un commento sui social

Pubblicato: 01/11/2025 14:37

Un commento frainteso sotto una foto, una frase di troppo, la rabbia che corre veloce su una chat di gruppo. Poi l’appuntamento, la rissa, la furia. È successo a Prato, in via Reggiana, davanti al polo scolastico, dove cinque minorenni hanno accerchiato e picchiato un loro coetaneo di origine cinese.
Calci, pugni, ginocchiate: il ragazzo è finito a terra, ha tentato di coprirsi il volto con le mani, ma il branco ha continuato a colpire. Solo l’intervento di due adulti ha impedito che la violenza degenerasse ulteriormente.

Il video e le indagini

Un video, ripreso da una passante e ora in mano alla polizia, documenta l’intera scena: il pestaggio, la fuga dei cinque aggressori, il corpo del giovane immobile sull’asfalto. Le immagini, finite tra chat e social, hanno scosso la città.
Il ragazzo è stato portato d’urgenza all’ospedale Santo Stefano: ha fratture al naso e a uno zigomo e dovrà essere operato almeno una volta. «Per la violenza con cui è stato colpito, poteva finire come un altro caso Willy Monteiro Duarte», ha dichiarato l’avvocato Paolo Tresca, legale della famiglia. «O come Niccolò Ciatti: non è una rissa tra adolescenti, ma una spedizione punitiva organizzata».

Il commento che ha scatenato tutto

Secondo la ricostruzione della vittima, tutto sarebbe iniziato da un commento a una foto pubblicata su un social cinese da una ragazza, anche lei di origini cinesi. La giovane si sarebbe sentita offesa e, nel giro di poche ore, avrebbe creato un gruppo WhatsApp per istigare cinque connazionali a “dare una lezione” al compagno, accusandolo di “sparlare” di loro.
Un piano improvvisato, ma messo in atto con una violenza sproporzionata. Il ragazzo, che nega di aver insultato qualcuno, sarà ascoltato dagli investigatori della squadra mobile, accompagnato dal suo avvocato. Gli agenti stanno intanto acquisendo le immagini delle telecamere e raccogliendo testimonianze per identificare gli aggressori.

La città sotto shock

Fuori dal polo scolastico, la Lega ha organizzato un flash mob contro la violenza e il bullismo. Alcuni studenti si sono fermati a guardare, altri hanno tirato dritto, ma tra i corridoi e le chat il video del pestaggio continua a circolare. In ospedale, il giovane aggredito attende di essere operato. Ha il volto gonfio, segni evidenti sul corpo e negli occhi il silenzio di chi non trova le parole. Accanto a lui, la madre resta in silenzio, mentre il padre si muove tra il letto e i corridoi con lo sguardo basso.
Un pestaggio nato da un like, cresciuto in una chat di gruppo ed esploso in strada. È la cronaca di una violenza digitale che diventa reale, di una rabbia senza misura che lascia dietro di sé ossa rotte e paura.

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