Vai al contenuto

“È morto tra le mie braccia”. Lutto atroce Francesco Nozzolino: racconto straziante

Pubblicato: 02/11/2025 15:20

Un lutto profondo ha colpito Francesco Nozzolino, il noto volto televisivo del programma “Avanti un altro” dove è conosciuto come XXXL. Suo padre, Eduardo Nozzolino, si è spento all’età di 76 anni lo scorso 28 ottobre, a seguito di un malore improvviso avvenuto in circostanze drammatiche proprio mentre si recavano in ospedale. Il 35enne, devastato dalla perdita, ha condiviso il suo immenso dolore e il racconto degli ultimi momenti di vita del genitore in un’emozionante intervista rilasciata a Fanpage.it.

La scomparsa di Eduardo Nozzolino rappresenta non solo la perdita di un padre, ma anche di un sostegno costante e di un inseparabile compagno di vita, con cui Francesco viveva e condivideva un legame fortissimo. Le sue parole riflettono lo smarrimento di chi si ritrova improvvisamente solo e di fronte alla necessità di “diventare grande” e “rimboccarsi le maniche”.

🫂Tra le braccia del figlio: l’unico conforto

Nonostante il trauma e lo shock di un addio così brusco, Francesco Nozzolino trova un piccolo, ma significativo, conforto nella consapevolezza di essere stato accanto al padre fino all’ultimo respiro. “Mio padre è morto tra le mie braccia, è l’unica cosa che mi dà conforto,” ha dichiarato. Quel giorno, Eduardo lo ha trascorso in compagnia del figlio e dei nipoti, un dettaglio che, per Francesco, rappresenta una consolazione inestimabile. “È una consolazione che non sia morto da solo,” ha aggiunto, sottolineando come, nonostante la natura traumatica e scioccante dell’evento, il padre fosse circondato dall’affetto delle persone che amava di più, in particolare il figlio. Questo rende l’esperienza, pur nel suo orrore, un momento di estrema vicinanza e amore incondizionato.

La solitudine e la casa vuota

Il dolore per la perdita è immenso e tangibile nelle parole di Francesco. Descrive il momento che sta vivendo come estremamente difficile, reso sopportabile solo dalla vicinanza e dall’affetto di amici e cugini. Tuttavia, è nel silenzio della casa che il dolore si manifesta con maggiore acutezza. “Piango perché non vederlo in casa è veramente brutto. Ora sono davvero solo. Il mio papà non c’è più. La casa è vuota,” ha confessato. L’assenza del padre, con cui aveva una consuetudine di vita e un legame inscindibile, ha lasciato un vuoto incolmabile. Francesco riflette anche sul nuovo capitolo che è costretto ad affrontare: dopo essere sempre stato accanto al padre, sente ora la responsabilità di “dover diventare grande” e la necessità di affrontare la vita con nuove forze.

Una mattina trascorsa tra risate e battute

Riavvolgendo il nastro di quel fatidico 28 ottobre, Francesco Nozzolino ha raccontato con dovizia di particolari le ore che hanno preceduto la tragedia. La giornata era iniziata con un appuntamento dal podologo ad Angri, al quale si erano recati in macchina con i cugini. L’atmosfera era serena e rilassata. “In macchina abbiamo riso e scherzato. Era vigile, cosciente, sereno. Conversava con noi,” ha ricordato Francesco, enfatizzando l’apparente normalità del genitore. Anche nello studio medico, Eduardo Nozzolino manteneva il suo spirito, scherzando e facendo battute al dottore, in una sorta di rifiuto scherzoso di accettare pienamente la sua condizione di paziente diabetico.

I segnali premonitori

Nonostante la serenità apparente, Francesco aveva notato dei segnali di allarme che, con il senno di poi, si sono rivelati premonitori. Già da tempo, il padre appariva stanco, pallido e aveva una marcata inappetenza, spesso rifiutando il cibo. Quella mattina in particolare, aveva manifestato una grande difficoltà a reggersi in piedi e aveva chiesto aiuto al figlio per mettersi le scarpe, un gesto che aveva messo in evidenza la sua fragilità. Mentre scendevano dall’auto per raggiungere lo studio del podologo, il padre traballava vistosamente, un problema che inizialmente il figlio aveva attribuito ai piedi, a causa di un’ulcera che si stava ingrandendo. Il consulto con il podologo aveva confermato la necessità di accertamenti urgenti, spingendoli a recarsi all’ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino per un tampone al piede e per comprendere l’entità dell’infezione. Nonostante la preoccupazione, in macchina, durante il tragitto verso Avellino, Eduardo aveva ripreso a ridere e scherzare, come se nulla fosse.

Il dramma all’ingresso dell’ospedale

La tragedia si è consumata proprio sulla soglia della speranza. Una volta arrivati all’ospedale, mentre attraversavano il cancello e si avviavano verso l’entrata, il 76enne si è bloccato improvvisamente aggrappandosi al figlio. “Sentivo la mano che si chiudeva con forza attorno al mio braccio, come se fosse l’ultima volta,” ha raccontato Francesco in un passaggio particolarmente toccante. Subito dopo, si è accasciato addosso al figlio, in preda a un collasso. “Non riuscivo a sorreggerlo. La guardia mi ha detto: ‘Mettilo a terra e non toccarlo’,” ha ricordato Francesco, descrivendo il panico e la disperazione di quei momenti. Il padre respirava a fatica ed era pallidissimo, quasi giallo.

Fortunatamente, in quel momento di caos, è intervenuto tempestivamente un infermiere che si trovava a uscire dall’ospedale. “Sono un infermiere, spostatevi,” ha detto, prestando subito i primi soccorsi con un massaggio cardiaco. Intorno a padre e figlio si è subito radunata una folla, mentre l’infermiere continuava la sua azione. Per un breve istante, era sembrato che il padre stesse reagendo, alimentando un briciolo di speranza in Francesco. L’arrivo dell’ambulanza ha portato ulteriori aiuti, con medici, ossigeno e il defibrillatore. Hanno eseguito le procedure di rianimazione, ma a un certo punto, l’amara verità si è manifestata in un gesto inequivocabile: “A un certo punto ho visto che l’infermiere che era stato il primo a soccorrerlo piangeva. In quel momento ho capito che non ce l’aveva fatta,” ha concluso Francesco, descrivendo il momento in cui ogni speranza si è spenta.

La promessa del futuro

Il racconto di Francesco Nozzolino è quello di un dolore lacerante, ma anche di un profondo amore filiale. La scomparsa di Eduardo Nozzolino, avvenuta in modo così drammatico e inatteso, ha lasciato un vuoto incolmabile nella sua vita. Il noto personaggio televisivo si trova ora ad affrontare la sfida di una nuova solitudine, con la consapevolezza di dover onorare la memoria del padre trovando la forza di “diventare grande” e di rimboccarsi le maniche, portando avanti il ricordo di un legame eccezionale che li ha uniti fino all’ultimo istante. Le sue toccanti parole risuonano come un tributo commosso e una promessa di resilienza.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure