Un risultato destinato a cambiare la storia della medicina riproduttiva. Uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet il 1° novembre 2025 ha documentato la prima gravidanza clinica ottenuta grazie all’identificazione e al recupero di spermatozoi tramite intelligenza artificiale.
Protagonista, una coppia americana che da diciannove anni cercava un figlio: lui, 39 anni, affetto da una forma severa di azoospermia (assenza quasi totale di spermatozoi), lei, 37 anni, con riserva ovarica ridotta. Dopo undici anni di trattamenti falliti e diciannove cicli di prelievo ovocitario, la svolta è arrivata grazie a una piattaforma innovativa sviluppata al Columbia University Fertility Center di New York, diretto da Zev Williams e coordinato da Hemant Suryawanshi.
Il sistema STAR: quando l’AI trova ciò che l’occhio umano non vede
Il cuore dello studio è il sistema STAR – Sperm Tracking and Recovery, una tecnologia basata sull’intelligenza artificiale capace di individuare e isolare in tempo reale spermatozoi rarissimi in campioni considerati privi di cellule germinali vitali.
Si tratta di una piattaforma completamente automatizzata e non invasiva, che combina analisi di immagini ad altissima risoluzione e microfluidica di precisione. In pratica, STAR cattura oltre otto milioni di immagini in meno di un’ora, le elabora attraverso algoritmi di deep learning e identifica gli spermatozoi vitali, che vengono poi convogliati in un chip microfluidico con canali sottilissimi.
Una volta isolati, micro-robot automatizzati prelevano lo spermatozoo, che può essere immediatamente utilizzato per la fecondazione o crioconservato per usi futuri.
I risultati: due spermatozoi, due embrioni, una gravidanza
Nel caso analizzato dallo studio, il sistema STAR ha analizzato 2,5 milioni di immagini in circa due ore, individuando sette spermatozoi, di cui due motili e cinque non motili.
I due spermatozoi vivi sono stati iniettati in altrettanti ovociti maturi (uno fresco e uno scongelato), entrambi sviluppatisi fino allo stadio di embrione. I due embrioni ottenuti sono stati trasferiti al terzo giorno e, dopo tredici giorni, il test di gravidanza è risultato positivo.
All’ottava settimana, l’ecografia ha mostrato uno sviluppo fetale regolare e una frequenza cardiaca di 172 battiti al minuto.
Verso una nuova era della fertilità assistita
«A quanto ci risulta, questa è la prima gravidanza clinica riportata ottenuta tramite spermatozoi identificati e recuperati da una piattaforma microfluidica guidata da AI», hanno spiegato Williams e Suryawanshi.
Il risultato apre scenari rivoluzionari per la medicina della fertilità, in particolare per gli uomini con forme gravi di infertilità che finora avevano pochissime possibilità di generare figli biologici.
Il prossimo passo sarà la replicazione del metodo su un campione più ampio di pazienti, per confermarne sicurezza, affidabilità e potenziale applicativo.
Una conquista che unisce biotecnologia e intelligenza artificiale, portando la scienza un passo più vicino a realizzare ciò che fino a ieri sembrava impossibile: trasformare due invisibili spermatozoi nella speranza di una nuova vita.


