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“Dammi i soldi”. Italia, quello che fa alla madre è abominevole: “Con il laccio portacellulare”

Pubblicato: 03/11/2025 23:39

Una violenta lite familiare è sfociata in un episodio drammatico a Perugia, dove una donna di 39 anni, già conosciuta dalle forze dell’ordine, è stata arrestata con l’accusa di aver picchiato e tentato di strangolare la madre per ottenere denaro. L’intervento dei carabinieri del Radiomobile ha evitato che la situazione degenerasse ulteriormente.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, la donna – in evidente stato di alterazione psicofisica per l’assunzione di sostanze stupefacenti – avrebbe preteso dei soldi dalla madre con insistenza. Al rifiuto della donna, la 39enne avrebbe reagito con furia, colpendola con un pugno al volto e, subito dopo, tentando di strangolarla con il laccio portacellulare che la vittima aveva al collo. Le urla disperate provenienti dall’appartamento hanno allarmato i vicini, che hanno immediatamente allertato i soccorsi.

I soccorsi e il terrore in casa

Pochi minuti dopo, sul posto sono arrivate le pattuglie dei carabinieri, che hanno trovato la vittima ancora scossa ma cosciente e la figlia in stato di forte agitazione. I militari sono riusciti a bloccarla e a metterla in sicurezza, mentre il personale sanitario del 118 si è occupato della madre, trasportandola d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale “Santa Maria della Misericordia”.
I medici hanno riscontrato contusioni al volto e al collo, fortunatamente non gravi, giudicate guaribili in circa otto giorni. Dopo le cure, la donna è stata dimessa e accompagnata in una località protetta, lontano dalla figlia, per garantirne l’incolumità.

Le indagini e la decisione del giudice

Nel frattempo, la 39enne è stata portata in caserma per gli accertamenti di rito. Gli esami hanno confermato che la donna si trovava sotto l’effetto di droghe al momento dell’aggressione. Su disposizione del magistrato di turno, è stata arrestata per lesioni personali aggravate.
Il giudice per le indagini preliminari ha poi convalidato l’arresto, disponendo la misura cautelare degli arresti domiciliari presso una comunità terapeutica. La decisione è stata motivata dalla gravità del gesto e dalla necessità di avviare per la donna un percorso di disintossicazione e sostegno psicologico.
Secondo gli inquirenti, la vicenda riflette una situazione di disagio profondo che si trascinava da tempo all’interno della famiglia. Ora la speranza, spiegano fonti vicine al caso, è che il trattamento in comunità possa aiutare la 39enne a intraprendere un vero percorso di recupero e consentire, col tempo, una possibile riconciliazione con la madre, ancora sotto shock per l’accaduto.

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