
L’era dello SPID gratuito sta progressivamente volgendo al termine. Diversi gestori dell’identità digitale hanno annunciato l’introduzione di un canone annuale per il rinnovo o il mantenimento del servizio, segnando una svolta per milioni di cittadini abituati ad accedere gratuitamente ai portali della Pubblica Amministrazione e dei servizi privati.
A mantenere la gratuità sarà però PosteID, la piattaforma di Poste Italiane, che continuerà a offrire lo SPID gratuito fino al 2030. A confermarlo è stato l’amministratore delegato Matteo Del Fante, precisando che “al momento il servizio rimane gratuito, anche se il mercato si sta muovendo in direzione diversa”. Una scelta che punta a consolidare la leadership di Poste nel settore dell’identità digitale.
Il motivo di questa svolta è legato ai cambiamenti nel modello di finanziamento del sistema SPID. Nato nel 2016 come servizio gratuito grazie a convenzioni statali, lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) permetteva ai provider privati di ricevere contributi economici per la gestione delle piattaforme. Con il tempo, però, questi fondi si sono ridotti fino a diventare insufficienti a coprire i costi operativi.
A contribuire alla trasformazione è stato anche l’orientamento del governo Meloni, che ha scelto di puntare con decisione sulla Carta d’Identità Elettronica (CIE) e sull’IT Wallet, il nuovo portafoglio digitale nazionale. Questo spostamento di risorse ha indebolito ulteriormente il sostegno economico ai gestori dello SPID, costringendoli a valutare nuovi modelli di business.

Nel 2025, l’accordo tra l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) e i provider ha confermato la gratuità della versione base dello SPID, lasciando però libertà ai gestori di introdurre servizi premium o tariffe annuali. Alcuni operatori hanno deciso di sfruttare questa possibilità per rendere sostenibile il servizio nel lungo periodo.
Tra i principali gestori che hanno già comunicato il passaggio allo SPID a pagamento figurano InfoCert, che introdurrà un costo annuale di 5,98 euro IVA inclusa a partire da luglio 2025, e Aruba, con un canone di 4,90 euro all’anno dal secondo anno di abbonamento. Anche Register.it ha fissato un prezzo di 9,90 euro che può arrivare fino a 80 euro in base al metodo di riconoscimento scelto.
Altri provider, come Namirial, hanno optato per un modello “freemium”, offrendo una versione base gratuita ma limitata ai servizi privati, e una versione completa da 9,90 euro per accedere ai portali della Pubblica Amministrazione. È probabile che, nei prossimi mesi, anche altri gestori rivedano i propri piani tariffari per adeguarsi al mercato digitale in evoluzione.
Nonostante questo trend, diversi operatori mantengono lo SPID gratuito. Tra questi, oltre a PosteID, figurano Lepida ID, Sielte ID, Etna ID, ID InfoCamere, Intesi Group ID, TeamSystem ID e Spid Italia ID. Tuttavia, in alcuni casi, i metodi di riconoscimento tramite webcam o operatore remoto possono prevedere un piccolo costo una tantum.
Per gli utenti, la raccomandazione è quella di verificare regolarmente le comunicazioni del proprio provider e di consultare l’area personale per eventuali aggiornamenti sulle tariffe. Chi desidera continuare a utilizzare lo SPID senza costi può scegliere di migrare verso un gestore gratuito, come PosteID, che per ora garantisce la totale gratuità del servizio fino al 2030.


