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Report, tra Ranucci e Ghiglia finisce malissimo: “Mi pedinano”. Poi quella frase su Arianna Meloni

Pubblicato: 03/11/2025 09:01
Ranucci guai Arianna Meloni

La puntata di Report è andata in onda regolarmente, nonostante la diffida inviata dal consigliere del Garante della privacy, Agostino Ghiglia, che aveva chiesto di non trasmettere «conversazioni acquisite illecitamente». L’oggetto della disputa è un’email riservata in cui lo stesso Ghiglia annunciava la sua visita «in via della Scrofa», sede di Fratelli d’Italia, scrivendo «vado da Arianna (Meloni, ndr)». Un messaggio che, secondo il consigliere, sarebbe stato parte della sua corrispondenza privata, mentre per la redazione del programma di inchieste di Rai 3 rappresenta un documento di rilevanza pubblica.
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Nel servizio, condotto da Sigfrido Ranucci, Report ha approfondito il ruolo e l’attivismo di Ghiglia all’interno del Garante della privacy, soffermandosi in particolare su tre questioni: l’interrogazione di Italia Viva sui lavori di ristrutturazione della casa della premier Giorgia Meloni, la pubblicazione del libro Fratelli di Chat del giornalista Giacomo Salvini, e l’inchiesta di Fanpage su Gioventù Nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d’Italia.

Le accuse di Ghiglia: “Sono stato pedinato”

Intervistato dal Corriere della Sera, Agostino Ghiglia ha denunciato la gravità di quanto accaduto, sostenendo di essere stato «pedinato» e di aver subito «un accesso abusivo» al sistema informatico del Garante. Secondo il consigliere, ci sarebbe stata un’ingerenza nella sua corrispondenza privata e persino nei canali interni dell’autorità. «Qui c’è un tentativo di conculcare la mia libertà di acquisire elementi per decidere con cognizione di causa», ha dichiarato.

Ghiglia ha poi ribadito la sua richiesta di un confronto diretto in televisione con Sigfrido Ranucci, accusando Report di voler «mettere un bavaglio» alle istituzioni indipendenti. Il nodo principale resta il contenuto della mail in cui scriveva «vado da Arianna»: «Quando dico ai miei uffici che vado da Arianna, s’intende a via della Scrofa, perché quella è la sede di Fratelli d’Italia. E poi, se anche fossi andato da lei — e non è così —, chi me lo vieta? Io incontro tanti politici per svolgere il mio ruolo».

Le inchieste e i punti contestati

Tra i temi sollevati da Report figurano diversi episodi che hanno coinvolto il consigliere Ghiglia. In primo luogo, l’interrogazione parlamentare di Italia Viva sui lavori nella casa della premier Giorgia Meloni, per cui Ghiglia avrebbe chiesto ai propri uffici «se qualcosa si può coprire» per motivi di privacy. Poi il caso del libro Fratelli di Chat di Giacomo Salvini, in seguito al quale il Garante ha emesso un ammonimento all’editore. Infine, l’opposizione del consigliere all’archiviazione dell’inchiesta di Fanpage su Gioventù Nazionale, un caso che aveva acceso un forte dibattito politico e mediatico.

Ghiglia ha difeso la legittimità del proprio operato: «Riguardo alla casa della premier, era un caso di scuola che volevo approfondire. Ho chiesto ai miei uffici di analizzarlo, poi l’ho seguito personalmente». Sulle altre questioni, ha sottolineato di essersi sempre mosso nel rispetto delle regole: «Non sono intervenuto prima che uscisse il libro di Salvini. Ho chiesto lumi ai miei uffici. E anche per Fanpage ho chiesto spiegazioni, non da solo, perché c’erano aspetti poco chiari su un’istruttoria in corso».

La replica di Ranucci e le reazioni politiche

In diretta, Sigfrido Ranucci ha risposto punto per punto alle accuse di Ghiglia, respingendo qualsiasi ipotesi di accesso illecito o spionaggio informatico: «Non c’è stato nessun materiale trafugato o intrusioni informatiche. Quello che tenta di fare Ghiglia è mettere un bavaglio: è gravissimo, si tratta di interruzione di servizio pubblico». Il conduttore ha ribadito la correttezza giornalistica di Report, sostenendo che il servizio si è basato su fonti documentali e informazioni di pubblico interesse.

La vicenda ha immediatamente assunto una dimensione politica, con Pd, M5s e Avs che hanno chiesto le dimissioni di Ghiglia dal Garante della privacy, accusandolo di aver compromesso l’autonomia dell’autorità con comportamenti inopportuni. La tensione resta alta anche all’interno della Rai, dove il caso solleva interrogativi sulla libertà editoriale e sul diritto all’informazione.

L’episodio del 21 ottobre e le nuove accuse

Secondo quanto ricostruito da Report, il 21 ottobre Ghiglia avrebbe inviato un’email ai suoi uffici per informarli che il giorno seguente si sarebbe recato «da Arianna Meloni». Il 22 ottobre, a bordo di un’auto di servizio, si sarebbe poi effettivamente diretto verso la sede di Fratelli d’Italia. In quei giorni era ancora in discussione la multa a Report, e lo stesso Ghiglia avrebbe votato per l’ammonimento, mentre il 23 ottobre è arrivata la sanzione da 150 mila euro.

Il consigliere ha reagito duramente anche su questo punto: «È molto grave non solo l’intrusione nella mia vita privata, perché sono stato pedinato, ma anche la violazione della mia corrispondenza e delle mie chat, che sembrano essere nella disponibilità di Report da non so quanto tempo. Stiamo parlando di mail del Garante, di un’autorità pubblica e non privata, e su questo Ranucci dovrà dare risposte non a me, ma a chi di dovere».

Ghiglia ha concluso chiedendosi «se per la Rai, il Cda e la Vigilanza sia tutto corretto», affermando di non credere che lo sia. Il caso resta aperto, con un intreccio complesso tra privacy, libertà di stampa e indipendenza istituzionale, destinato a far discutere ancora a lungo.

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Ultimo Aggiornamento: 03/11/2025 09:24

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