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Roberto Quarta, il politica che ha chiamato il cane Duce va a sinistra: “Lì ho sostegno”

Pubblicato: 03/11/2025 10:17

Roberto Quarta, consigliere comunale di Brindisi, passa ufficialmente dall’area della destra alla coalizione di centrosinistra che sostiene Antonio Decaro alle prossime elezioni regionali. Un cambio di campo che fa rumore, considerando la sua storia politica: Quarta è stato il primo coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia e sui social non ha mai nascosto riferimenti identitari legati al Ventennio e alla fiamma tricolore.
Un passato che lui stesso ricorda, ma che oggi definisce «non più rilevante dal punto di vista politico».

«La mia situazione è travagliata da un paio d’anni – spiega – perché su temi importanti per la città, come Edison e questioni ambientali, ho avuto spesso visioni diverse rispetto alla maggioranza di centrodestra. Ho trovato più sostegno da chi stava all’opposizione che da chi avrebbe dovuto essermi alleato».

“Decaro? Una politica tra le persone”

La scelta di sostenere la lista “Per la Puglia – Decaro Presidente” è maturata nel tempo.
«Seguo Decaro da quando era sindaco di Bari. Il suo modo di fare politica, tra le persone, è ciò che provo a fare anch’io nel mio piccolo. Lui viene dal civismo, e per me questo è un valore. Dove trovo persone valide, le sostengo, indipendentemente dai simboli».

Quarta insiste proprio su questo punto: «La politica non deve essere bandiere, ma contenitori e progetti. Se guardiamo solo all’appartenenza, perdiamo il senso della comunità».

Il nodo dell’identità e del passato familiare

Alla domanda sul proprio background culturale, risponde senza eludere:
«Mio padre era legato alla figura di Mussolini, ma non era iscritto a partiti. Era un uomo della sua generazione. Da lui ho ereditato la disciplina, il rispetto e il senso del lavoro. Se questi valori sono fascisti, allora dobbiamo ripensare la storia».

Tuttavia, su alcune battaglie Quarta rivendica una posizione diversa da quella che spesso caratterizza la destra radicale:
«In consiglio comunale mi sono opposto alla linea di FdI sulle pari opportunità, perché non voleva una figura che rappresentasse la comunità LGBTQIA+. Io invece ero d’accordo. Non sopporto l’esibizionismo, ma sostengo la libertà di manifestare, anche per il gay pride».

E quel cane di nome “Duce”…

Infine, il tema che più ha fatto discutere sui social:
«Il cane? Sì, l’ho chiamato Duce. Volevo chiamarlo Dux, poi mia moglie ha detto di essere chiari. Ma per me duce vuol dire guida, combattivo. È il mio modo, anche ironico, di giocare con i simboli. Sul profilo ci divertiamo un po’ tutti. È folklore».

Una scelta che farà discutere ancora.
Ma intanto, la campagna elettorale è iniziata: sull’altra sponda della barricata.

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