
In una remota catena montuosa, dove le vette si stagliano imponenti sfidando il cielo e dove la natura mostra la sua forza più indomita, due anime audaci sono state inghiottite dal silenzio. Stefano e Alessandro, mossi da una passione che non conosce mezze misure, avevano intrapreso una missione che li avrebbe portati oltre i limiti della resistenza umana, armati solo di sci, corde e una fede incrollabile nello stile alpino e nell’autonomia.
L’obiettivo era la conquista di una cima ambita, un battesimo di neve e roccia. Ma il destino, sotto forma di un’improvvisa e violenta bufera, ha deciso diversamente. Le forti precipitazioni e una coltre di neve implacabile si sono abbattute sull’alta quota, isolandoli e spezzando ogni filo di comunicazione. Da quel momento, il loro nome è risuonato nell’aria rarefatta solo come un’eco di scomparsa, un vuoto improvviso che ha lasciato i loro cari e il mondo intero in una straziante sospensione, tra l’angoscia e la tenace speranza che la loro grande esperienza in quota possa bastare a sconfiggere l’abbraccio gelido della montagna.
Alpinisti italiani scomparsi in Nepal
L’allarme lanciato da un paese lontano ha immediatamente raggiunto l’Italia, dove la Farnesina ha confermato la drammatica notizia della scomparsa di due alpinisti connazionali, Stefano Farronato e Alessandro Caputo. I due, impegnati in una complessa e ambiziosa spedizione sul massiccio del Panbari, vetta che si innalza per 6.887 metri nel Nepal occidentale, hanno perso ogni contatto radio con il campo base fin da sabato. Si presume che siano rimasti bloccati e isolati in alta quota, precisamente al Campo 1, a causa delle forti e improvvise nevicate che hanno colpito la regione.
L’incertezza e la preoccupazione sono crescenti, mentre la macchina dei soccorsi si è attivata in un’area resa estremamente difficile dalle condizioni meteorologiche avverse che hanno caratterizzato i giorni scorsi, specialmente a seguito del passaggio del ciclone Montha. L’intera vicenda ha gettato un’ombra di angoscia sul mondo dell’alpinismo italiano e le autorità diplomatiche si trovano in prima linea nel coordinamento delle operazioni.
Il silenzio e l’isolamento sul Panbari
Le tracce di Stefano Farronato e Alessandro Caputo si sono interrotte nel cuore delle montagne nepalesi. Secondo quanto riferito dalle fonti locali del Dipartimento del Turismo, i due alpinisti risultano dispersi da sabato, un lasso di tempo che rende le operazioni di ricerca estremamente urgenti. La spedizione è stata sorpresa da una violenta ondata di maltempo che, come ha sottolineato la fonte, ha bloccato i due scalatori al Campo 1, rendendo impossibile qualsiasi spostamento e la ripresa dei contatti.
Il ciclone Montha, che ha recentemente investito il Nepal, ha causato forti piogge e abbondanti nevicate su tutto il territorio, creando condizioni ambientali insidiose e pericolose per chi si trova ad affrontare le alte quote. Sebbene il tempo sia parzialmente migliorato, come confermato da Sagar Pandey, presidente dell’Associazione delle agenzie di trekking del Nepal, la scarsa visibilità ha complicato enormemente i tentativi di recupero fin dalle prime ore. La speranza è che i due atleti siano al sicuro nel Campo 1 e che le loro scorte possano garantirne la sopravvivenza fino all’arrivo dei soccorsi.
La missione Panpari Q7: tra sci e autonomia
La spedizione di cui facevano parte Farronato e Caputo era nota come Panpari Q7, un progetto ambizioso partito ufficialmente il 7 ottobre. I due alpinisti, insieme a un terzo compagno di cordata, il pinerolese Valter Perlino, avevano un piano ben preciso e tecnicamente impegnativo: scalare il Panbari “con gli sci, in stile alpino e in autonomia”. Questa scelta metodologica sottolinea la grande esperienza e il desiderio di affrontare la montagna in maniera pura e indipendente, senza l’ausilio delle corde fisse e del supporto logistico massiccio tipico delle spedizioni commerciali. Il caposquadra, Valter Perlino, è stato fortunatamente tratto in salvo nella giornata di ieri, domenica, grazie a un intervento in elicottero che lo ha recuperato al campo base, dove si trovava al momento dell’interruzione dei contatti. Il suo recupero ha rappresentato un primo, seppur parziale, successo per la squadra di soccorso.
I profili degli alpinisti e il loro background
I due alpinisti dispersi vantano un solido background in ambienti estremi e in alta quota. Stefano Farronato, originario del Bassanese, è descritto come un appassionato di spedizioni in contesti particolarmente difficili, abituato a misurarsi con la natura selvaggia delle vette. Alessandro Caputo, un maestro di sci, porta con sé una consolidata esperienza in quota, elemento fondamentale per affrontare una salita con gli sci come quella pianificata sul Panbari. Valter Perlino, il compagno di spedizione tratto in salvo, è un alpinista di grande levatura, noto per le sue ascensioni tecniche sulle principali catene montuose del mondo, incluso l’Everest. La spedizione Panpari Q7, il cui nome fa riferimento alla quota di 7.000 metri, era un test di abilità, resistenza e preparazione, e l’equipaggiamento e la preparazione tecnica del gruppo sono elementi su cui si fondano le flebilissime speranze di ritrovarli sani e salvi.
La risposta della Farnesina e i soccorsi incessanti
A livello istituzionale, la situazione è gestita con la massima priorità. La Farnesina ha immediatamente confermato la notizia della scomparsa dei due connazionali, assicurando che la macchina dei soccorsi è attiva e coordinata. Da venerdì 31 ottobre, data in cui si sono persi i contatti, la diplomazia italiana è in stato di allerta. Il consolato generale onorario a Kathmandu, in Nepal, sta lavorando in stretto raccordo con l’Ambasciata d’Italia a Delhi e con il Ministero degli Affari Esteri a Roma per monitorare l’evoluzione della situazione.
Le ricerche, che vedono l’impiego di elicotteri specializzati che hanno sorvolato la zona anche nella mattinata, proseguono incessantemente, sebbene siano ostacolate dalle difficili condizioni meteo residue del ciclone. Le autorità diplomatiche hanno anche il delicato compito di mantenere un contatto costante e diretto con i familiari dei due alpinisti, fornendo loro aggiornamenti e supporto in queste ore di grande e straziante attesa. Il Paese si stringe attorno ai dispersi e ai loro cari, sperando in una risoluzione positiva di questa angosciosa vicenda.


