
Affluenza altissima a New York, dove il numero dei voti espressi nelle prime ore di apertura dei seggi ha già superato quello registrato durante l’elezione del 2021. Con 460mila residenti che hanno votato nelle prime sei ore e oltre 735mila che hanno scelto il voto anticipato, il totale ha già raggiunto quota 1,2 milioni di schede: più delle 1,15 milioni raccolte quando fu eletto Eric Adams.
La sfida per la guida della città è tra tre candidati: il democratico di sinistra Zohran Mamdani, l’ex governatore Andrew Cuomo, che si presenta come indipendente, e il repubblicano Curtis Sliwa. I seggi resteranno aperti fino alle 21 (le 3 di notte in Italia) e i primi risultati sono attesi subito dopo la chiusura.
Secondo l’ultima media dei sondaggi di RealClearPolitics, Mamdani è in testa con il 46,1%, seguito da Cuomo al 31,8% e Sliwa al 16,3%. Tuttavia, rilevazioni più recenti mostrano oscillazioni significative, segno di una campagna nervosa e molto polarizzata.
Polemiche e tensioni politiche
L’intero voto è avvolto in un clima di forte tensione nazionale. Il candidato dem Mamdani, che potrebbe diventare il primo sindaco musulmano della Grande Mela, è al centro di attacchi frontali. Donald Trump si è rivolto direttamente agli elettori ebrei: «Un ebreo che vota Mamdani è uno stupido».
Il console generale di Israele a New York, Ofir Akunis, ha definito Mamdani «un pericolo immediato per la comunità ebraica», accusandolo di sostenere manifestazioni pro-palestinesi in città. Mamdani ha replicato: «Non sarò intimidito. Le minacce del presidente non sono legge».
A sua volta, Mamdani ha attaccato una convergenza inaspettata tra Donald Trump ed Elon Musk a favore di Andrew Cuomo. Musk, sostenitore dichiarato dell’ex governatore, ha definito le schede elettorali «una truffa», denunciando che «non è richiesto nessun documento» e criticando l’ordine dei nomi sulla scheda.
Cuomo: «È l’elezione più importante della mia vita»
Cuomo ha votato in mattinata, assicurando che «l’affluenza record è un segnale positivo»:
«Questa è l’elezione più importante della mia vita e per New York. Nel Partito democratico c’è una guerra civile tra sinistra radicale e moderati. Io rappresento i moderati, come Obama, Clinton e Kennedy».
Dall’altra parte, il miliardario Alex Soros ha annunciato il proprio voto e sostegno per Mamdani, segnando una delle rare adesioni nel mondo dell’élite finanziaria alla sinistra progressista cittadina.
Una sfida simbolica per l’America
La corsa per il sindaco di New York non è mai soltanto locale.
Il voto di oggi è un test nazionale su:
- la direzione del Partito democratico
- il peso dell’elettorato progressista urbano
- il ruolo politico delle comunità immigrate e religiose
- la narrazione di Trump in vista del 2026
Se l’affluenza continuerà a crescere al ritmo attuale, la città potrebbe superare i due milioni di votanti, un livello che non si registra dalla fine degli anni ’60.
Una notte lunga attende New York. E non solo New York.


