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Annarella, il corpicino martoriato buttato in fondo a un pozzo: aveva solo 12 anni. L’orrore in Italia

Pubblicato: 04/11/2025 12:23

Buttata in un pozzo. Annegata, colpita, accoltellata. Ogni volta una storia diversa, ogni volta la stessa: quella di una bambina uccisa, dimenticata, trasformata in simbolo. La prima, forse, fu Anna Maria Bracci, chiamata da tutti Annarella, morta a Roma nel 1950. Aveva solo dodici anni. La sua storia, sepolta in fondo a un pozzo, continua a parlare ancora oggi dal buio di quel fondo. Nata nel 1937, figlia di Marta Fiocchi e Riziero Bracci, Annarella cresce tra spostamenti e povertà: prima a Ponte Milvio, poi a San Lorenzo, infine a Primavalle, dove la famiglia si rifugia dopo il bombardamento del 1943. Era una delle tante borgate create per allontanare i poveri dal cuore della città, una periferia fatta di fango, fatica e sogni irrealizzati.

Uno scatto attuale di Via La Nebbia, luogo in cui Annarella perse la vita

La bambina che sognava il sole come una caramella gialla

Annarella studia nel convento delle Suore Benedettine in viale Giulio Cesare, dove impara a leggere e a sognare un futuro diverso. Scrive: «Ho un sottile, talvolta smisurato senso di gloria che mi rapisce il cuore e la mente e mi porta lontano, dove il vento sembra un soffio e il sole una caramella gialla gigante». Ma nel 1948 torna a Primavalle, dove la guerra ha lasciato solo macerie morali e materiali. I soldi mancano e deve abbandonare la scuola per aiutare la madre. In casa, la tensione è costante: la madre Marta, donna elegante ma disillusa, è giudicata dai vicini “troppo moderna”, sempre truccata, troppo libera. Il padre Riziero, operaio al Teatro dell’Opera, la accusa di tradimento e perfino di aborto.

L’incontro con il “biondino di Primavalle”

Nel loro mondo precario compare Lionello Egidi, ex soldato sfinito e senza lavoro, che dorme nel sottoscala di casa Bracci. Con Annarella nasce un legame fragile, forse di fiducia, forse di paura. Il 18 febbraio 1950 la bambina esce di casa per comprare olio e carbone. Non tornerà più. Dopo giorni di ricerche, il suo corpo viene ritrovato in un pozzo di via La Nebbia, nudo dalla vita in giù, in condizioni terribili. La città si ferma: oltre duecentomila persone partecipano al funerale. Tutti vogliono un colpevole.

Un caso mai risolto

Lionello Egidi confessa di averla uccisa, poi ritratterà: «Mi hanno picchiato, mi hanno costretto a dire che ero stato io». Sarà assolto una prima volta, poi condannato, poi di nuovo liberato. Le prove non bastano. Intanto, sui giornali Annarella diventa “la povera Annarella”, simbolo di purezza perduta. Ma dietro quel nome c’era una bambina vera, con rabbia, sogni e desideri. Quando è morta non aveva ancora compiuto tredici anni. L’assassino non è mai stato trovato. E la sua voce, da via La Nebbia, sembra ancora sussurrare: «Solo io so cosa è successo quella notte.»

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Ultimo Aggiornamento: 04/11/2025 12:51

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