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“Hanno lasciato una testa proprio lì!”. Minaccia horror contro la giudice: cosa succede

Pubblicato: 04/11/2025 17:43
minaccia contro giudice testa

Un nuovo, agghiacciante episodio ha scosso la magistratura salentina e l’intero sistema giudiziario italiano. Maria Francesca Mariano, giudice del tribunale di Lecce, è stata ancora una volta minacciata in modo violento e macabro. Il 3 novembre, durante una visita al cimitero di Galatina, si è trovata davanti un atto che sembra essere stato pensato nei minimi dettagli per terrorizzarla: la testa di un capretto, tagliata a metà, posata all’interno di un vaso di fiori davanti alla lapide di suo padre. A completare il quadro, un coltello con il manico di legno e un nastro di carta su cui campeggiava un messaggio minaccioso: “Prima o poi”.
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L’episodio ha provocato forte preoccupazione, non solo per l’inquietante simbolismo dell’atto, ma anche per la reiterazione delle minacce nei confronti di una figura giudiziaria che da anni è impegnata in inchieste delicate contro la criminalità organizzata. Quello di Galatina non è il primo tentativo di intimidazione nei confronti della magistrata, ma l’ennesimo in un lungo percorso segnato da episodi di crescente violenza e minaccia.

La minaccia di morte: la serie di atti intimidatori

Quello del 3 novembre è solo l’ultimo in una lunga serie di episodi che vedono Maria Francesca Mariano come bersaglio di attacchi diretti alla sua sicurezza e integrità. Già nel febbraio 2024, infatti, la giudice era stata vittima di una minaccia analoga: davanti alla porta di casa le era stata recapitata una testa di capretto insanguinata infilzata con un coltello da macellaio, accompagnata dalla scritta “Così”.

Pochi mesi prima, nel 2023, un altro inquietante episodio si era verificato in tribunale. Durante un’udienza, la foto della giudice Mariano era stata trovata circondata dal disegno di una bara. La foto era stata ripresa da un articolo di giornale che parlava di una delle inchieste più importanti e delicate condotte dalla stessa magistrata: quella sulla mafia salentina, che stava giungendo a sentenza. La minaccia non lasciava dubbi sulle intenzioni di chi l’aveva orchestrata: far capire a Mariano che la sua vita era in pericolo a causa del suo impegno nella lotta alla criminalità organizzata.

Le indagini sulla minaccia: chi potrebbe essere responsabile

Le indagini relative a queste minacce sono tutt’altro che terminate e l’ombra di mafiosi salentini incombe pesantemente. Un imputato coinvolto nell’inchiesta antimafia The Wolf, condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Lecce, è ritenuto responsabile di alcune delle minacce rivolte alla giudice Mariano. L’inchiesta, che ha portato a un’ordinanza di custodia cautelare per 22 persone nel luglio 2023, ha visto proprio Maria Francesca Mariano firmare l’ordinanza che ha messo sotto processo diversi membri di una pericolosa organizzazione mafiosa salentina.

Il coinvolgimento di personaggi legati alla criminalità organizzata rende ancora più grave e preoccupante la situazione. Il fatto che Mariano sia costretta a vivere sotto scorta da oltre due anni dimostra l’elevato rischio che corre ogni giorno a causa della sua attività professionale e dell’impegno nella lotta alla mafia.

Il prossimo incontro pubblico della giudice Mariano

Nonostante la situazione di estrema pericolosità che vive quotidianamente, Maria Francesca Mariano non si sottrae al suo ruolo di magistrata e continua a coltivare il suo impegno civile e culturale. Il 6 novembre, infatti, è in programma un incontro presso la Fondazione Teatro Filograna di Casarano, dove la giudice presenterà il suo reading teatrale dal titolo “Il giudice Rosario Livatino“. Questo lavoro, scritto dalla stessa Mariano, è dedicato alla figura di Rosario Livatino, il magistrato siciliano ucciso dalla mafia nel 1990. L’opera è un tributo a una delle vittime più illustri della mafia, simbolo del sacrificio e dell’impegno della magistratura italiana contro le forze criminali.

Nonostante il clima di paura e minacce che avvolge la sua vita, Mariano ha deciso di non farsi intimidire e di portare avanti il suo lavoro e la sua passione, anche attraverso la cultura. La sua partecipazione a eventi pubblici, come quello di Casarano, dimostra il suo desiderio di non cedere al ricatto della paura.

Conclusioni

Le minacce rivolte alla giudice Maria Francesca Mariano sono solo l’ultimo capitolo di una lunga serie di episodi che vedono la magistratura sotto attacco. Il caso di Mariano, tuttavia, ha suscitato particolare allarme per la brutalità e il simbolismo degli atti intimidatori, nonché per la forte connessione con il suo impegno nelle inchieste sulla criminalità organizzata.

Il continuo ricorso alla violenza e alla minaccia di morte contro chi combatte la mafia rappresenta un segno preoccupante per lo Stato di diritto in Italia. Tuttavia, la determinazione di Maria Francesca Mariano e la sua voglia di continuare a lottare nonostante i pericoli sono un segnale di speranza. La sua attività giudiziaria e la sua cultura sono il miglior antidoto contro chi cerca di fermare la giustizia con la paura e la violenza.

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