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Marco Veronese ucciso sotto casa dei genitori: l’assassino ha confessato. Perché l’ha fatto

Pubblicato: 04/11/2025 14:32

C’è stata una svolta cruciale nelle indagini sull’omicidio di Marco Veronese, l’imprenditore di 39 anni ucciso a coltellate a Collegno, nel Torinese, nella notte tra il 22 e il 23 ottobre. La Procura della Repubblica di Torino ha confermato che le investigazioni hanno portato al fermo e alla successiva confessione dell’autore del delitto. L’omicida è stato identificato in una persona legata sentimentalmente alla ex compagna della vittima, confermando che il movente è maturato nella sfera privata della vita di Marco Veronese. Le indagini, condotte dai carabinieri, sono state estremamente complesse e si sono basate su una meticolosa ricostruzione degli spostamenti del responsabile.

La ricostruzione e il ruolo delle videosorveglianza

L’attività investigativa è stata definita “puntuale” dalla Procura di Torino. I carabinieri del nucleo investigativo e della scientifica hanno condotto un lavoro certosino, concentrandosi sulla ricostruzione dei movimenti dell’assassino prima e dopo il delitto.

Il successo dell’indagine è stato determinato da una combinazione di fattori tecnologici e tradizionali:

  • Videosorveglianza: Gli investigatori hanno acquisito e analizzato centinaia di registrazioni provenienti da sistemi di videosorveglianza, sia pubblici che privati.
  • Percorso e Fuga: È stato ricostruito con precisione il percorso compiuto dal responsabile dell’omicidio, dal suo arrivo sul luogo del delitto (sotto casa dei genitori di Veronese) fino alla successiva fuga, utilizzando un veicolo.
  • Tabulati Telefonici: La combinazione incrociata dei dati delle telecamere con i tabulati telefonici delle utenze presenti lungo il tragitto ha permesso di circoscrivere il campo e di identificare con certezza il responsabile.

L’individuazione del responsabile e la confessione

Lunedì pomeriggio, 3 novembre, i carabinieri hanno eseguito una perquisizione, protrattasi fino a tarda sera, nell’alloggio del sospettato, situato al secondo piano di uno stabile nel quartiere Parella di Torino.

L’esame incrociato dei dati di tracciamento e dei tabulati telefonici ha consentito di individuare con esattezza il responsabile del grave fatto delittuoso in una persona legata sentimentalmente alla ex compagna della vittima. Di fronte all’evidenza schiacciante delle prove raccolte, l’uomo ha confessato l’omicidio, portando una svolta definitiva al caso che aveva scosso l’intera comunità torinese.

La vittima e il contesto del delitto

Marco Veronese, 39 anni, era un imprenditore del Torinese. Era stato ucciso a coltellate sotto casa dei suoi genitori, a Collegno, nella notte tra il 22 e il 23 ottobre.

Le prime testimonianze parlavano di un aggressore sconosciuto e incappucciato e di urla, con una vicina che aveva raccontato di aver sentito Veronese gridare: “Che fai bastardo?“. Le indagini iniziali avevano suggerito un agguato freddo e lucido, forse un omicidio su commissione o un regolamento di conti. Tuttavia, la confessione ha ricondotto il movente nella sfera privata, chiarendo che si è trattato di un omicidio passionale o legato a dinamiche relazionali, con l’aggressore che aveva un legame sentimentale con l’ex compagna della vittima.

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