
Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato la mozione di sfiducia nei confronti della sottosegretaria allo Sport e Giovani Federica Picchi, esponente di Fratelli d’Italia, accusata di aver diffuso sui social contenuti no vax. Il voto, segreto, ha registrato 44 favorevoli e 23 contrari, con un numero consistente di franchi tiratori nella stessa maggioranza di centrodestra.
La mozione era stata presentata dal Partito Democratico, che ha contestato la compatibilità delle posizioni della sottosegretaria con le linee politiche e sanitarie della Regione. A nulla è servito il tentativo di mediazione di Arianna Meloni e Giovanni Donzelli, giunti ieri in Consiglio per compattare i gruppi di FdI.
A guidare l’iniziativa è stato Pierfrancesco Majorino, capogruppo dem, che ha parlato di un “no secco alle sorelle Meloni”, sottolineando come il voto abbia messo in luce una spaccatura evidente all’interno della coalizione. La richiesta rivolta al presidente Attilio Fontana è ora chiara: “Prenda atto del voto e rimuova Picchi”.
Critiche arrivano anche dal Movimento 5 Stelle. «Le avevamo suggerito di dimettersi – ha affermato Nicola Di Marco – avrebbe evitato una figuraccia all’intera maggioranza».
Le opposizioni leggono nell’esito la conferma di un centrodestra diviso, nonostante le pressioni arrivate da Roma. «Il voto ha mostrato crepe e contraddizioni profonde» ha commentato Onorio Rosati di Avs.
Dall’altra parte, la maggioranza tenta di ridimensionare la portata politica della sfiducia. Il Lega e una parte di FdI parlano di «atto strumentale» e di «attacco alla libertà di opinione». Il capogruppo della Lega Alessandro Corbetta sostiene che la sottosegretaria debba essere valutata «per il lavoro svolto», non per un post sui social. Sulla stessa linea Christian Garavaglia (FdI), che definisce il provvedimento «un ingigantimento politico».
La vicenda è partita dalla diffusione, da parte di Picchi, di una storia Instagram contenente dichiarazioni di Robert F. Kennedy Jr. sulla presunta correlazione tra autismo e vaccino per l’epatite B, tesi ampiamente smentite dalla comunità scientifica. Nella mozione si sottolinea un’incompatibilità tra tali posizioni e gli indirizzi del Piano sanitario regionale.
Ora la parola passa al presidente Fontana: sarà lui a decidere se rimuovere ufficialmente la sottosegretaria. La tensione, intanto, resta alta in una maggioranza già scossa da equilibri interni sempre più fragili.


