Vai al contenuto

Michele Nicastri, chi è l’assassino di Marco Veronese: 49 anni, ingegnere informatico e appassionato di triathlon

Pubblicato: 04/11/2025 18:45
omicidio Marco Veronese Nicastri

Michele Nicastri, un 49enne residente a Torino, è stato arrestato nella notte tra il 3 e il 4 novembre 2025 dai carabinieri del nucleo investigativo di Torino e della compagnia di Rivoli. L’uomo è accusato di omicidio per l’uccisione di Marco Veronese, il 39enne assassinato con oltre 20 coltellate sotto la sua abitazione a Collegno, all’incrocio tra corso Francia e via Sabotino, lo scorso 23 ottobre. La vittima, che lavorava come installatore di telecamere e impianti antifurto, è stata aggredita in modo brutale e, nonostante i tentativi di soccorso, è morta sul posto.
Leggi anche: Marco Veronese ucciso sotto casa dei genitori: l’assassino ha confessato. Perché l’ha fatto

Nicastri, difeso dall’avvocato Chiara Gatto, ha già confessato l’omicidio. Il movente del delitto, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, sarebbe di natura familiare e legato ai dissidi tra Veronese e la sua ex compagna, con cui Nicastri aveva una relazione. La situazione di conflitto sulla gestione dei tre figli della coppia, infatti, avrebbe alimentato la rabbia e la follia omicida dell’uomo, che pur avendo una relazione con l’ex compagna di Veronese, non viveva con lei.

Il movente e le dichiarazioni dell’avvocato

Secondo quanto dichiarato dall’avvocato Chiara Gatto, la situazione è molto complessa, sia sotto il profilo giuridico che personale. “Per ora – ha affermato l’avvocato a TorinoToday – non conosciamo gli atti di indagine e non siamo nelle condizioni di rilasciare alcuna dichiarazione. Posso dire soltanto che si tratta di una situazione molto complicata, da più punti di vista, anche personali legati al mio assistito.” Le indagini hanno, però, confermato che il movente del delitto sarebbe stato strettamente connesso a dissidi familiari.

In particolare, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, il conflitto tra Veronese e la sua ex compagna era incentrato sulla gestione dei tre figli, una questione che avrebbe pesato molto sullo stato d’animo di Michele Nicastri, determinando così un’escalation emotiva che lo ha portato a premeditare l’assassinio. La vittima e Nicastri si conoscevano, ma non sembravano avere un rapporto così stretto: infatti, quando Veronese si è trovato di fronte al suo aggressore la notte del delitto, lo ha apostrofato più volte con il termine “bastardo”, segno di un evidente risentimento.

La ricostruzione del delitto

Il percorso compiuto dall’omicida è stato ricostruito in modo dettagliato grazie all’analisi delle telecamere di sorveglianza installate nella zona e alle celle telefoniche. Nicastri risiede nel quartiere Parella di Torino, non molto lontano da dove Veronese viveva con i suoi genitori. La sua abitazione è stata sequestrata dagli inquirenti, che hanno anche eseguito una perquisizione, ma non hanno trovato l’arma del delitto, che al momento rimane un mistero.

Un particolare che ha sorpreso gli investigatori è il fatto che Marco Veronese fosse stato vittima in passato di un atto vandalico: qualcuno gli aveva tagliato le gomme dell’auto parcheggiata sotto casa. Gli inquirenti sospettano che l’autore di quel gesto possa essere proprio Michele Nicastri, che dunque conosceva bene il luogo dove trovare la vittima.

Il silenzio della famiglia e il profilo di Nicastri

Dopo l’omicidio, la famiglia di Veronese ha scelto di rimanere in silenzio, parlando solo durante i funerali della vittima. In quell’occasione, la nuova fidanzata di Veronese ha espresso il suo dolore, ricordando il compagno con affetto, ma l’ex compagna della vittima ha preferito non intervenire pubblicamente. Non è chiaro se fosse presente o meno alla cerimonia, ma sicuramente non era citata nel necrologio accanto ai nomi dei genitori e dei figli di Veronese. Questo ha sollevato ulteriori interrogativi sulla relazione tra i protagonisti di questa tragica vicenda.

I vicini di casa di Nicastri, intervistati dai media, hanno espresso sorpresa per l’arresto. Descrivono l’uomo come una persona tranquilla e riservata, che spesso si dedicava alla corsa o alla bicicletta nel tempo libero. La sua famiglia, a quanto pare, non sospettava nulla. A conferma di ciò, i vicini raccontano che, prima dell’arrivo delle forze dell’ordine, Michele Nicastri sembrava essere una persona completamente estranea a qualsiasi atto di violenza.

Le indagini e il futuro giudiziario

Nonostante la confessione dell’imputato, le indagini proseguono per fare piena luce su quanto accaduto la notte del 23 ottobre. Le forze dell’ordine stanno cercando l’arma del delitto, elemento cruciale per le indagini, e lavorano per stabilire ulteriori dettagli su come si sia svolta l’aggressione.

Il delitto ha scosso profondamente la comunità di Collegno e Torino, lasciando sgomento per la brutalità dell’omicidio e per la complessità dei legami familiari coinvolti. La giustizia dovrà ora fare il suo corso, e sebbene Nicastri abbia ammesso il crimine, le motivazioni psicologiche e emotive che lo hanno portato a compiere un gesto tanto estremo saranno al centro delle prossime fasi del processo.

L’omicidio di Marco Veronese è una tragedia che ha toccato non solo la sua famiglia ma anche l’intera città, suscitando indignazione per la violenza con cui è stato tolto la vita a un uomo che sembrava avere davanti a sé un futuro tranquillo, almeno fino a quel tragico incontro con Michele Nicastri.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure