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Ucraina, l’ammiraglio Nato Giuseppe Cavo Dragone: “Sconfitta strategica di Putin, guerra arrivata a punto morto, bisogna parlare”

Pubblicato: 04/11/2025 15:03
Putin sconfitta strategica italiano

Secondo l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del Comitato militare della Nato, il conflitto tra Russia e Ucraina è ormai giunto a un punto di stallo operativo. In un’intervista riportata dalla BBC, il vertice militare dell’Alleanza Atlantica ha dichiarato che i tentativi del Cremlino di ottenere il vantaggio sul campo si sono tradotti in «una sconfitta strategica» per Vladimir Putin. «Crediamo che la guerra sia arrivata a un punto morto. È quasi tempo di sedersi e parlare, perché è uno spreco di vite», ha affermato Cavo Dragone, sottolineando la necessità di lavorare per «una pace duratura» attraverso la diplomazia.
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Il presidente del Comitato militare ha ribadito che la Nato continuerà a sostenere Kiev fino al momento in cui sarà possibile portarla «al tavolo dei negoziati per una pace stabile». Un impegno, ha spiegato, che resta saldo nonostante la complessità della situazione sul terreno e le difficoltà incontrate dalle forze ucraine nel contenere gli attacchi russi.

La guerra come fallimento strategico per Mosca

Nell’analisi dell’ammiraglio italiano, l’invasione su vasta scala dell’Ucraina lanciata da Mosca nel 2022 ha avuto l’effetto opposto rispetto agli obiettivi dichiarati da Putin. L’attacco ha infatti spinto Finlandia e Svezia ad aderire all’Alleanza Atlantica, rafforzando così il fronte occidentale. «Non otterranno mai un governo amico o fantoccio come in Bielorussia. Putin non riuscirà nel suo intento», ha commentato Cavo Dragone, sottolineando come l’espansione della Nato rappresenti una chiara sconfitta geopolitica per la Russia.

Sebbene le truppe russe abbiano registrato negli ultimi mesi piccoli progressi territoriali, il capo militare della Nato ritiene che la campagna russa abbia ormai esaurito la propria spinta offensiva. Le linee del fronte, infatti, si muovono lentamente e con enormi perdite umane, senza produrre risultati strategicamente rilevanti.

La risposta dell’Europa e la deterrenza Nato

Alla domanda sulla determinazione europea a continuare a sostenere la difesa ucraina, Cavo Dragone ha risposto con fermezza: «Sì, i Paesi europei sono pronti. Hanno ricevuto una sorta di campanello d’allarme e stanno assumendosi la responsabilità della propria sicurezza». L’ammiraglio ha evidenziato come il conflitto abbia spinto molte nazioni europee a rafforzare le proprie capacità militari, consapevoli che la difesa collettiva rimane il pilastro essenziale della Nato.

Riguardo al rischio di nuove aggressioni russe, Cavo Dragone ha ipotizzato — pur con cautela — che eventuali minacce future potrebbero concentrarsi sui Paesi baltici, ovvero Estonia, Lettonia e Lituania. Tuttavia, ha ricordato che l’Articolo 5 del Trattato del Nord Atlantico rimane la garanzia principale: un attacco contro uno Stato membro verrebbe considerato come un attacco contro tutti, obbligando l’intera Alleanza a intervenire.

Le reazioni e il riferimento a Donald Trump

Le dichiarazioni dell’ammiraglio Cavo Dragone arrivano nello stesso giorno in cui l’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha espresso ottimismo sulla possibilità di risolvere il conflitto in tempi brevi. Secondo il leader americano, basterebbero «pochi mesi» per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina. Trump, che in passato ha rivendicato di aver «messo fine a otto guerre», ha lasciato intendere che questa potrebbe essere la nona crisi internazionale da lui risolta, se dovesse tornare alla guida della Casa Bianca.

Conclusione: verso una fase di riflessione

Le parole del capo del Comitato militare della Nato rappresentano una fotografia lucida e preoccupata di una guerra che, a quasi tre anni dall’inizio dell’invasione russa, continua a mietere vittime senza produrre una svolta decisiva. Mentre il fronte ucraino resiste e la comunità internazionale cerca nuove vie diplomatiche, la Nato ribadisce la propria solidarietà a Kiev e la necessità di una soluzione negoziata che ponga fine al conflitto senza compromettere la sovranità del Paese aggredito.

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Ultimo Aggiornamento: 04/11/2025 15:22

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