
Una vita dedicata alla battaglia per i diritti, alla musica e all’inclusione si è spenta, ma il suo messaggio continua a vibrare forte come una melodia che non smette di risuonare. Con la sua determinazione e la sua dolcezza, una giovane donna ha trasformato la sua fragilità in forza e la sua voce in un simbolo di libertà e giustizia. Ha lottato per tutti coloro che si sono sentiti esclusi, per chi desiderava partecipare, vivere e sognare senza barriere.
La sua storia ha ispirato migliaia di persone, dimostrando che la cultura e l’arte non appartengono a pochi, ma sono un diritto universale. Con coraggio, ha combattuto le ingiustizie e le discriminazioni, portando avanti una rivoluzione silenziosa fatta di gentilezza e resilienza. Anche ora che non c’è più, la sua eredità continua a muovere coscienze e a costruire ponti.
Addio a Silvia
È morta a 38 anni Silvia Stoyanova, una donna che, come ha ricordato la madre Roumi Marinova, «ha cercato di dar voce agli esclusi». Si è spenta «nel giorno degli angeli, a mezzanotte», ma il suo spirito resta vivo in chi ha creduto nel suo messaggio di uguaglianza e amore per l’arte. Seduta su una sedia a rotelle, Silvia aveva reso la disabilità una bandiera, lottando per rendere la musica accessibile a tutti.

Celebre la sua battaglia per assistere al concerto di Taylor Swift a San Siro, nel luglio 2024: «Non è stato solo un concerto. L’arte cura», ha detto la madre, aggiungendo che quella gioia «ha prolungato la sua vita di due anni».
Il sogno di un’arte per tutti
Silvia aveva fondato la pagina “Un posto per Silvia”, diventata punto di riferimento per chi vive le stesse difficoltà, e co-firmato il “Manifesto Live For All”, una proposta di legge ferma da mesi alla Commissione Cultura della Camera. «Ha saputo dare alle nostre rivendicazioni una grande risonanza mediatica», ha spiegato Lisa Noja, consigliera regionale e fondatrice del progetto.
Tra i suoi progetti anche il libro “Swifties Opera Omnia”, raccolta di lettere di fan con disabilità. «Scrivete la vostra lettera per lei», era il suo invito. Per Silvia, il diritto all’arte non era un privilegio ma una necessità: «La musica è cura, evasione, respiro», spiegava.
“Una guerriera fino all’ultimo”
La madre la ricorda così: «È stata una guerriera fino all’ultimo. Credeva nell’arte che salva e unisce le persone». I funerali si terranno a Vaprio d’Adda, dove Silvia indosserà l’abito del concerto di Taylor Swift. Dopo la messa, risuoneranno le canzoni della sua artista preferita. «Non mi abbandonerà, ha detto Roumi, la sentirò con me, libera e senza più dolore».


