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Nepal, morti anche gli altri due dispersi: 5-6 italiani ancora irreperibili, rischio strage

Pubblicato: 04/11/2025 07:50

È arrivata la conferma che temevamo: sono morti anche gli altri due dispersi italiani impegnati nella spedizione sul Panbari Himal. La notizia aggiorna un quadro già gravissimo, perché ieri era stato accertato il decesso di un connazionale travolto da una valanga sul Yalung Ri. Oggi, con la morte dei due alpinisti che mancavano all’appello sul massiccio occidentale, il bilancio provvisorio sale a tre italiani morti, mentre restano 5-6 italiani dispersi in altre aree del Nepal, dove il maltempo e la neve stanno paralizzando i soccorsi e rendendo complicate le comunicazioni. È lo scenario peggiore: il rischio di una strage di connazionali in alta quota diventa concreto.

Soccorsi in trincea

Le due vicende viaggiano su binari paralleli ma distinti. Sul Yalung Ri, nella Rolwaling Valley, la valanga che ha colpito il campo base ha provocato la prima vittima italiana accertata. Nelle stesse ore, più a ovest, la spedizione sci-alpinistica sul Panbari Himal restava bloccata dal maltempo: i due italiani individuati come Alessandro Caputo e Stefano Farronato risultavano dispersi da sabato. Oggi è arrivata la conferma della loro morte. In mezzo, una macchina dei soccorsi ostacolata da nevicate intense e visibilità ridotta, con gli elicotteri costretti spesso a fermarsi e le squadre a terra che procedono lente sui pendii carichi dopo il passaggio del ciclone Montha.

Le comunicazioni impossibili

La Farnesina e le sedi consolari hanno descritto una situazione “complessa”, con molte famiglie italiane nell’impossibilità di contattare i propri cari. Le ricerche si concentrano sui corridoi tra campo base e campo 1, ma i progressi sono intermittenti: le finestre di meteo favorevole si aprono per poche ore, il terreno è instabile, i canali valanghivi restano attivi. Il veterano Valter Pellino, capo della spedizione “Panbari Q7”, è stato recuperato nelle scorse ore al campo base, ma il racconto che filtra dalle squadre conferma la durezza della missione: crepacci coperti, spessori di neve nuovi, pendii che non concedono margini d’errore.

I numeri, adesso, raccontano l’emergenza. Tra tre morti italiani già accertati e 5-6 ancora dispersi in zone diverse del Nepal, l’asticella dell’allerta sale. La priorità resta stringere i tempi non appena il meteo consentirà nuovi voli e una salita più sicura delle squadre a terra. In quota, ogni ora pesa: la combinazione di freddo, quota e instabilità nivologica riduce drasticamente le chance di sopravvivenza e impone decisioni rapide. È una corsa contro il tempo e contro la montagna, con l’obiettivo di riportare notizie ai familiari e di evitare che il bilancio, già durissimo, si trasformi in una tragedia nazionale.

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Ultimo Aggiornamento: 04/11/2025 09:31

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